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BARBIERATO: «TRASPARENZA NEGLI APPALTI, CONSULTA DEI GIOVANI E IL I ROC NON DEVE DIVENTARE UN HUB DELL’IMMIGRAZIONE»

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Fra i 16 comuni padovani al voto il prossimo 11 giugno, Abano Terme rappresenta sicuramente uno fra i più importanti, per numero di abitanti (circa 20 mila) e per il peso della città nella provincia. Confapi ha messo a confronto due fra i principali candidati alla carica di sindaco, Federico Barbierato, già direttore Ascom, espressione di una coalizione di liste civiche e del Partito Democratico, ed Emanuele Boccardo, candidato del comitato “Abano dice No!”, espressione del centrodestra, gestore di un’enoteca e impegnato nel settore della nuova alimentazione e dell’alimentazione per animali di affezione. Abbiamo posto loro cinque domande calibrate sulla realtà del territorio aponense. Ecco le risposte di Barbierato.

1) Abano Terme è stata al centro di scandali giudiziari che ne hanno minato la reputazione turistica. Come pensa di comportarsi per far fronte al danno subìto e rilanciare la città?
«Il danno che è stato causato non sarà facilmente rimarginabile. Abano, purtroppo, ha occupato le prime pagine dei giornali non per essere la prima località termale d’Europa ma per le malefatte di qualcuno che ha pensato più a se stesso che non al bene dei cittadini. Dobbiamo voltare pagina e dobbiamo farlo ribadendo le nostre eccellenze e, al tempo stesso, portando ad Abano iniziative di grande qualità che ne rilancino il brand».

2) Come pensa di agire contro la corruzione e per la trasparenza nella gestione degli appalti?
«Semplicemente rendendo tutto verificabile. I cittadini devono avere la possibilità di controllare quanto viene deciso e poi realizzato dall’amministrazione. Purtroppo veniamo da un periodo di grandi nebbie. Abbiamo bisogno di luce e aria limpida».

3) Cosa pensa di fare in materia di immigrati e accoglienza?
«L’ho detto a più riprese: Abano, per la sua peculiarità di città turistica, non può permettere che il I Roc diventi un hub dell’immigrazione e non possiamo nemmeno permetterci le inevitabili tensioni che potrebbero crearsi tra cittadini ed immigrati con la presenza di questi ultimi. Per noi la tranquillità degli ospiti è l’equivalente dell’energia per un’industria: in mancanza saremmo costretti a chiudere». 

4) Cosa propone per generare posti di lavoro, in particolare a favore dei giovani?
«Stabilito che il turismo, col suo corollario di commercio e di servizi, è il nostro fattore economico fondamentale, è evidente che il miglioramento degli standard qualitativi ed una robusta iniezione di innovazione per ciò che riguarda la nostra offerta corrisponderanno ad un aumento delle opportunità lavorative. Se riusciremo a fare questo sarà automatico l’incremento dei posti di lavoro e non vi è dubbio che la gran parte sarà appannaggio dei giovani. Vogliamo superare i 2 milioni di presenze all’anno e istituire una Consulta dei giovani per rendere costante l’ascolto delle loro richieste».

5) Il Parco regionale dei Colli Euganei è una risorsa per lo sviluppo della città oppure è un ente inutile da sopprimere?
«Un conto è il Parco, un conto è la burocrazia. Sul Parco non ci sono dubbi: il turista ha bisogno di natura, di spazi aperti, di passeggiate e di gite in bicicletta alla ricerca di un’enogastronomia che è un altro fiore all'occhiello della nostra offerta. Per cui: il Parco non si tocca. Purtroppo, per colpa della burocrazia, è stato vissuto da una parte della cittadinanza come un limite, quasi come un nemico. Dobbiamo togliere di mezzo la polvere burocratica che ci impedisce di farne un “plus” della nostra offerta turistica».

LEGGI L'INTERVISTA A EMANUELE BOCCARDO

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

 

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