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Burocrazia, e se fosse solo un problema di lingua?

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Imprenditori sommersi di carte dal linguaggio volutamente involuto: l’elzeviro del presidente Carlo Valerio a commento dello studio di Fabbrica Padova

Burocrazia, e se fosse solo un problema di lingua?

Sì, nell’età moderna la burocrazia nacque per proteggere i cittadini dall’eventuale prepotenza del potere costituito: incredibile, vero?

Oggi la burocrazia rappresenta quasi sempre l’esercizio dello strapotere dello Stato e dei suoi apparati sui cittadini, per non dir degli imprenditori…

Si nutre di tempo, soldi, credibilità perduta delle istituzioni, rancore dei cittadini ed imbarazzo dei funzionari, almeno di quelli volenterosi.

Ci è riuscita creando un linguaggio suo proprio, quasi incomprensibile pur appartenendo, apparentemente, al ceppo della lingua Italiana.

Non c’è praticamente alcun documento ufficiale che non abbia bisogno di un traduttore/interprete per venir compreso dalla stragrande maggioranza degli Italiani, figuriamoci poi degli stranieri.

Le leggi, i regolamenti, le disposizioni, le delibere, i moduli, dovrebbero rappresentare le regole che guidano la vita di tutti noi, descrivendo il patto sociale che sta alla base dell’esistenza di una Nazione.

Se queste regole non sono chiare, crollano i presupposti della fiducia, collante indispensabile per la vita di qualsiasi comunità umana: siamo in tanti e se non avessimo regole condivise nulla potrebbe funzionare.

Le regole non devono solo essere chiare, devono essere leggibili da parte di chiunque, altrimenti il concetto stesso di parità di diritti e doveri si perde nell’arbitrio e nella prepotenza, con la scusa dell’ignoranza che la legge non ammette.

Se io non capisco cosa mi viene chiesto, farò fatica a farlo, ma se anche chi mi controlla non capisce cosa dovrebbe farmi rispettare, perché è scritto male ed in forma non chiara, io non potrò fare il mio dovere e lui non potrà fare il suo.

Così, deve esserci qualcun altro che tenta di spiegare meglio le cose, e per farlo scriverà altre regole, inevitabilmente sempre meno chiare, sempre più fumose.

Se, poi, aggiungiamo eventuali multe per ogni errore formale commesso, si apre il baratro dell’avidità della miriade di enti, locali o meno, utili più o meno, sempre assetati di denari e poteri, per mantenersi e dare un senso alla propria esistenza.

Sembrano ovvie ed ingenue banalità?

No, non lo sono, non bisogna più arrendersi a considerarle così.

La burocrazia malata sta ammorbando le nostre vite, il nostro lavoro, i nostri rapporti interpersonali, il nostro rispetto per lo stato, il tutto con costi in tempo e denaro davvero esorbitanti, capaci di rallentare ed invischiare qualsiasi azione, di bloccare qualsiasi crescita, di far scappare qualsiasi investitore estero.

Sì, ecco una specie di enorme mostro che abita una poco virtuosa spirale oscura, che tutto fagocita allargandosi a dismisura, spaventosa perché incomprensibile, incontrollabile perché insensata.

La soluzione, c’è?

Si, la soluzione c’è.

Bisogna che i legislatori siano preparati al ruolo cui aspirano, ed a volte vengono chiamati: ognuno di loro dovrebbe chiedersi in buona fede se abbia davvero la preparazione necessaria, altrimenti deve studiare per acquisirle.

Bisogna avere una classe politica preparata, che scriva, e capisca ciò che scrive, in lingua Italiana.

Bisogna che ogni atto pubblico venga sottoposto preventivamente a cittadini a caso, sullo schema delle popolari, per averne un parere di comprensibilità.

Bisogna che ogni politico e funzionario sia in grado di poter spiegare a semplice domanda, in lingua Italiana corrente, il senso operativo di quanto sta approvando od attuando, magari sollecitato anche da una stampa un poco più rigorosa ed imparziale.

Bisogna che ogni gruppo di studio ed analisi per la costruzione di leggi, regole e decreti abbia al suo interno anche e soprattutto elementi competenti ed operativi in merito ai temi trattati, ricercati nel mondo del lavoro reale e delle professioni.

Sogni?

No, non possiamo più derubricali così, sono invece necessità impellenti ed inderogabili, strumenti di base per l’enorme lavoro da fare sulla semplificazione di tutto il sistema legislativo, normativo e regolamentare.

Sì, sono l’autostrada per le riforme di cui l’Italia davvero non può più fare a meno, pena lo schiantare irreparabilmente il futuro dei propri figli, ai quali troppo ha forse già rubato.

Carlo Valerio

Presidente di Confapi Padova

Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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