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Casasco (Confapi) a Landini, occupiamo il lavoro e non le imprese

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"Occupiamo il lavoro; ed occupiamolo nel comune interesse delle imprese e dei lavoratori". Lo scrive il presidente di Confapi Maurizio Casasco in una lettera aperta pubblicata dal 'Corriere della Sera', a seguito delle dichiarazioni del segretario della Fiom, Maurizio Landini, che nei giorni scorsi aveva detto: "Occupiamo le fabbriche".

"In questi giorni, nel nome dello slogan 'occupiamo le imprese', i lavoratori sono tornati in piazza per protestare a viva voce i loro diritti", ricorda Casasco aggiungendo che "una tale iniziativa continua a vedere come distinte due realtà che, mai come ora, devono invece costituire un unico, seppure articolato, fenomeno: se muore l' impresa, muore il lavoro e muore il lavoratore".

"Il grido di allarme deve essere unitario: occupiamo il lavoro - ribadisce il presidente di Confapi - ed occupiamolo nel comune interesse delle imprese e dei lavoratori, prima che la desertificazione del tessuto produttivo in atto spenga definitivamente le voci di ognuno dei protagonisti". Insomma, occorre "una battaglia comune". "Non chiedo ovviamente ai lavoratori che tu rappresenti -dice rivolgendosi a Landini- (e con i quali abbiamo sottoscritto un contratto di reciproca soddisfazione per il tramite di Unionmeccanica) di rinunciare ai loro diritti. Ti chiedo di inaugurare con me una nuova stagione nella quale, per rianimare la nostra realtà produttiva, le forze delle Pmi (che rappresentano ancora la spina dorsale della nostra economia produttiva) si sommino a quelle dei lavoratori per abbattere (anche con la forza) tutte quelle barriere che ci mettono sempre più spesso fuori mercato rispetto alla concorrenza".

Casasco si dice "convinto che solo unendo le forze e solo parlando di occupazione del lavoro (e non delle aziende) si possa, ad esempio, finalmente colpire a morte quelle gerarchie burocratiche che da decenni tutti proclamano di voler riformare ma che in realtà resistono e spesso prolificano a danno delle aziende ma, al tempo stesso, anche dei lavoratori".

"Naturalmente, quello della burocrazia è solo un esempio: i temi e gli ambiti di intervento sono talmente tanti che è impossibile affrontarli in questa sede; dobbiamo arrivare ad una vera e propria rifondazione del settore", prosegue il presidente della Confapi.

E rivolgendosi direttamente al segretario dei metalmeccanici Fiom, spiega: "Ciò che qui mi preme è di sollecitarti ad una strategia di emergenza: come al capezzale di un paziente in punto di morte, decidiamo di unire le nostre forze e di trovare un cammino comune (non privo di iniziative eclatanti) il cui fine sia quello di salvare il lavoro e i suoi protagonisti: aziende e lavoratori".


Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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