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CASASCO E LA BATTAGLIA SUI VOUCHER LANCIATA DA PADOVA: «STRUMENTO UTILE MA OCCORRE EVITARE ABUSI»

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L'intervista del presidente di Confapi nazionale all'Adnkronos: «Dagli studi sul territorio emerge che rappresentano una percentuale infinitesimale del monte ore»

«Appare anacronistica la battaglia sui voucher. Occorre certo evitare gli abusi, creare accorgimenti, quali la tracciabilità e una migliore definizione dei confini di utilizzo, ma non si deve sparare su uno strumento utile che va incontro a un mondo del lavoro in continua evoluzione, in cui è impossibile regolare tutti gli ambiti con i contratti collettivi nazionali». È il giudizio di Maurizio Casasco, Presidente di Confapi, sulle ipotesi di una stretta da parte del governo sulle norme che regolano i buoni di pagamento. «Bisogna essere realisti - dice Casasco all’Adnkronos «e ammettere che l'alternativa è il lavoro nero. E comunque, negli studi che abbiamo condotto sul territorio, emerge che i voucher rappresentano una percentuale infinitesimale rispetto al monte ore dei lavoratori dipendenti», ricorda ancora il Presidente di Confapi.

L’Europa deve «assolutamente tener conto del peso che i recenti terremoti e le emergenze ambientali hanno e avranno in termini economici e finanziari sui nostri bilanci, ma dall'altro non posso non rilevare che si continua a trastullarci con referendum, leggi elettorali varate e cancellate, perdendo di vista i reali problemi del Paese, del nostro sistema produttivo e delle nostre aziende che ogni giorno combattono eroicamente per la sopravvivenza. «Al momento» avverte però Casasco, «si tratta solo di ipotesi che vengono riportate dai media, e quindi è necessario aspettarne l'ufficialità prima di emettere giudizi sensati».

Quelli elencati sono «problemi che, se debitamente affrontati, potrebbero portarci fuori dall'attuale stallo. Non può essere che - dice Casasco - dopo le promesse fatte dal governo, dopo innumerevoli tentati falliti di varare una seria spending review, la patata bollente sia rigettata nelle mani e nelle tasche degli italiani. Alcune delle misure paventate, quali per esempio l’aumento dell’Iva, non sono nemmeno accettabili e da porre sul tavolo della discussione. La piccole e medie industrie italiane, spesso ignorate» ricorda Casasco, «continuano ad essere la spina dorsale del sistema produttivo del nostro Paese e chiedono di tornare a parlare di temi veri che interessano tutti: un piano industriale sistemico impostato ora, ma che guardi al futuro; uno snellimento burocratico che ci permetta di competere; un accesso al credito che non premi i soliti furbetti, politiche concrete che aiutino, anche attraverso la ricerca e l'innovazione di prodotto, la crescita e l’internazionalizzazione delle nostre aziende. Da qui, dall'imprenditoria e dal lavoro, passa la ripartenza», conclude il Presidente di Confapi.

Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

 

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