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CASASCO: «MENO TASSE E PIU’ TAGLI ALLE SPESE, COSI’ SI RILANCIA IL PAESE»

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Il presidente di Confapi nazionale al Pedrocchi: «La Flat Tax? Può essere una buona soluzione»

«Oggi sento tanti annunci ma vedo pochi risultati concreti. E chi fa impresa, anche piccola impresa – e in questa terra se ne fa tanta e non c’è il distacco tra padrone e lavoratore che c’è altrove, ma il padrone si sporca le mani come il dipendente – sa distinguere le chiacchiere di chi fa marketing dalle soluzioni concrete. Il tessuto economico italiano è fondato sulle Pmi ed è importante che in questo momento così delicato le forze politiche candidate alla guida del Paese ne recepiscano le reali esigenze». Parole di Maurizio Casasco, presidente di Confapi - Confederazione italiana della piccola e media industria privata, che rappresenta gli interessi di oltre 94.000 imprese manifatturiere, con circa 900.000 lavoratori dipendenti - per la prima volta in visita ufficiale a Padova, ospite del Caffè Pedrocchi per partecipare al convegno “I limiti e la possibilità di fare impresa in Italia”, assieme al sindaco Massimo Bitonci, a Matteo Salvini, segretario federale Lega Nord, ad Armando Siri, presidente dell’associazione Flat Tax For Italy, a Dino Piacentini, presidente ANIEM (Associazione Nazionale delle Piccole e Medie Imprese Edili) e a Maurizio Leo, professore ordinario Scuola Nazionale dell’Amministrazione.
Ecco i passaggi principali del suo intervento.

TROPPE TASSE.
«La prima cosa che dovrebbe fare il Governo? Abbassare le tasse per far ripartire il Paese. Non serve farlo per ragioni di “concorrenza internazionale” ma semplicemente perché se non lo si fa non si cresce. E guardate che gli imprenditori non assumono per un’agevolazione di 7.000 euro, come proposto dal Governo, ma perché hanno bisogno di manodopera. E per creare le condizioni che portano ad assumere serve che la tassazione non sia al 65 o al 68&% come è oggi ma scenda, e di molto».

TAGLI ALLA SPESA E FLAT TAX. «Come si possono ridurre le tasse? Tagliando la spesa pubblica, che invece mi risulta continui ad aumentare. Servono decisioni concrete e reali: come Confapi abbiamo detto più volte che è possibile tagliare la spesa di un 3-4% all’anno, per un totale del 10-12% in tre anni. Si tratterebbe di circa 30-40 miliardi all’anno, che devono andare a finire in gran parte sul taglio delle tasse e del costo di lavoro. La Flat Tax può essere una soluzione. E’ un’idea che può muovere l’Italia, ferma da quarant’anni. E a me piace chiarirlo con un’immagine: se io do un euro a te e tu dai un euro a me, tutti e due abbiamo un euro. Ma se io do un’idea a te e tu ne dai una a me, abbiamo due idee».

ACE E IRES. «La progressività dell’IRES così come l’aumento dell’agevolazione ACE consentirebbero ai piccoli e medi imprenditori, che non distribuiscono dividendi, ma che investono nella propria attività, di disporre di maggiori risorse da impiegare in azienda. Troppo spesso invece il Governo, anche questo, pare ascoltare soltanto le esigenze di Confindustria e delle imprese quotate in borsa, con cui va a braccetto».

LIBERO SCAMBIO UE-USA? BENE MA SERVONO REGOLE. «Il TTIP - Transatlantic Trade and Investment Partnership - è un accordo commerciale di libero scambio, tuttora in corso di negoziato, tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America con l’obiettivo di integrare i due mercati, attraverso una sostanziale riduzione dei dazi doganali e un abbattimento delle barriere non tariffarie. Tale accordo potrà dunque facilitare la libera circolazione delle merci, migliorare il flusso degli investimenti e l’accesso ai mercati dei servizi e degli appalti pubblici, portando auna crescita di 90 miliardi di euro per l’economia Usa e di 120 miliardi per quella europea (pari allo 0,5% del PIL). Va detto che il sistema delle imprese si trova ad affrontare i vantaggi della cosiddetta globalizzazione, ma anche numerose difficoltà. Da tale considerazione emerge, pertanto, la necessità di una strategia che consenta di garantire l’integrazione nel sistema degli attori economici emergenti e strategici, come la Russia, arginando allo stesso tempo i rischi e le effettive minacce che lo sviluppo del processo di liberalizzazione del commercio comporta per gli scambi commerciali, con ricadute dirette sull’ordinaria attività di impresa. Guardiamo con attenzione all’accordo, ma servono regole».

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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