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Che fine hanno fatto i voucher per la digitalizzazione delle PMI?

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Il decreto-legge n. 145 del 23 dicembre 2013 (Destinazione Italia) ha previsto interventi per la concessione di finanziamenti a fondo perduto, nella forma di voucher di importo non superiore a 10mila euro, per investimenti volti alla digitalizzazione delle PMI (come ad es., e-commerce, software o hardware per migliorare l’efficienza aziendale, ecc).

La copertura finanziaria dell’intervento è stata individuata nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) Imprese e Competitività 2014-2020.
Con la conversione in legge del decreto (n. 9 del 21 febbraio 2014) vengono stimate le risorse da mettere a disposizione per i voucher per un massimo di 100 milioni di euro, le quali possano provenire, oltre che dai fondi europei 2014-2020, anche dal Fondo per lo sviluppo e la coesione e dal Fondo di rotazione di cui alla legge n. 183-1987.
Vengono inoltre ammessi interventi diretti alla modernizzazione dell’organizzazione del lavoro (es., telelavoro) a permettere il collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare.

Le PMI beneficiarie individuate con decreto ministeriale del 23 settembre 2014 sono quelle che:
– abbiano sede legale sul territorio nazionale e siano iscritte al Registro delle imprese;
– non abbiano ricevuto altri contributi pubblici per le stesse spese;
– non si trovino in stato di fallimento, liquidazione o altre situazioni equivalenti secondo la normativa vigente.

I voucher possono essere concessi nella misura massima del 50% del totale delle spese ammissibili, che sono:
– per quanto riguarda il miglioramento dell’efficienza aziendale, le spese per l’acquisto di hardware, software e servizi di consulenza specialistica strettamente finalizzate alla digitalizzazione dei processi aziendali;
– le spese per l’acquisto di hardware, software e servizi di consulenza specialistica, con particolare riferimento all’utilizzo di strumenti tecnologici e all’introduzione di forme di flessibilità del lavoro, tra cui il telelavoro;
– quanto allo sviluppo di soluzioni di e-commerce, le spese per l’acquisto di hardware, software, inclusi software specifici per la gestione delle transazioni on-line e per i sistemi di sicurezza della connessione di rete, e servizi di consulenza specialistica strettamente finalizzati allo sviluppo di soluzioni di commercio elettronico;
– nel caso del collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare, le spese relative all’acquisto e all’attivazione di decoder e parabole;
– relativamente alla formazione qualificata nel campo ICT, le spese per la partecipazione a corsi e per l’acquisizione di servizi di formazione qualificata, purché attinenti fabbisogni formativi strettamente correlati agli ambiti di attività di cui sopra.

Quanto alle procedure per l’accesso agli incentivi, il decreto ministeriale prevede la presentazione per via telematica delle istanze (bando a sportello).
A oltre un anno dalla nascita dello strumento, queste risorse sono state individuate: le coperture ipotizzate nella legge di conversione non erano utilizzabili fino a qualche settimana fa, ma fortunatamente il PON Imprese e Competitività 2014-2020 è stato approvato da Bruxelles la scorsa settimana. Adesso serviranno i tempi tecnici per la messa a disposizione. Mentre per sbloccare le risorse del FSC e del Fondo di rotazione serve una delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), che si spera possa avvenire entro Ottobre p.v..

Confapi Padova
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