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«CON L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA STIAMO SCRIVENDO UNA PAGINA DI STORIA»

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Intervista esclusiva al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri: «Perché l’autonomia è importante per le imprese? Perché accorcia la distanza con il potere decisionale. E sarà una grande opportunità anche per il Sud del Paese». Il nodo dei Lep.

 

Presidente Zaia, salutando il passaggio del disegno di legge sull’autonomia differenziata al Consiglio dei Ministri lei ha parlato di una giornata storica: perché lo è?

«Con il voto del disegno di legge in Consiglio dei Ministri si è dato corso alla volontà dei Padri costituenti che scrissero la Carta costituzionale del ’48 e ai dettami della modifica del titolo quinto. Lo stesso Luigi Einaudi, padre costituente, affermava che si sarebbe dovuto dare ad ognuno l’autonomia che gli spetta. Certamente l’approvazione del DDL Calderoli ancora più che un traguardo è un punto di partenza. Ma da questo momento è aperta una grande sfida per questo Paese. Stiamo scrivendo una vera e propria pagina di storia: la più importante dai tempi dell’Assemblea Costituente».

Quali saranno le prossime tappe del processo? È possibile sbilanciarsi sui tempi che porteranno all’attuazione concreta della riforma?

«Questo è il momento di mantenere ancora più vivo l’impegno con in i cittadini perché l’aspettativa è grande. Il DDL ora dovrà concretizzarsi con i provvedimenti che ne conseguono a cominciare dalla definizione dei livelli essenziali di prestazione, i Lep. È un lavoro che doveva essere fatto molto prima ma ben venga ora; stiamo parlando di un elemento di civiltà in un Paese in cui su questo tema non si è mai voluto fare chiarezza fino ad oggi. Immaginare quanto tempo richiederà arrivare alla conclusione di tutto il processo e un’attuazione effettiva della riforma non è ancora il momento. Certo è che questo Governo ha fatto in cento gironi quello che non era mai stato fatto prima da nessuno. In tre mesi siano passati dal niente di fatto a un disegno di legge portato in Consiglio dei Ministri e approvato».

In che modo la riforma impatterà sulla competitività delle imprese e sul futuro occupazionale dei lavoratori?

«L’autonomia accorcia le distanze tra il cittadino, quindi anche l’imprenditore e il lavoratore in generale, e il potere decisionale. Non sarà una nemica ma un’opportunità di crescita insieme e l’occasione di valutare fino in fondo gli amministratori. Con essa si apre una grande sfida per il paese, significherà maggior presenza dello Stato dove ne serve di più e meno dove è necessario averne di meno. Sarà un vero rinascimento che porterà il Paese fuori dalle secche di una mentalità medievale».

Cosa risponde a sindaci e governatori, soprattutto del Sud, che avversano la riforma, temendo che i divari territoriali tra settentrione e meridione siano destinati ad aumentare?

«Dimostreremo con i fatti che autonomia non è la secessione dei ricchi, che non è una trovata per affossare o lasciare indietro qualcuno, tantomeno il Sud. Autonomia differenziata non significa minare l’Unità nazionale perché come ho detto in molte occasioni, i paesi che hanno da decenni se non da secoli un’organizzazione basata su l’autonomia come la Germania o gli Stati Uniti non sarebbero così solidi e visti come nazioni compatte fondate sul federalismo più vero. L’autonomia sarà una grande opportunità anche per il Sud del Paese. Come dico sempre, Nord e Sud sono legati a doppio filo come gemelli siamesi: la vita o la morte di uno lo sono anche per l’altro. Se oggi abbiamo un’Italia a due velocità, se ci sono cittadini di alcune aree che subiscono le immondizie lasciate sulle strade o sono costretti ad andare altrove per curarsi non è certamente colpa dell’autonomia che non ancora mai stata applicata».

Al centro della riforma ci sono i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni da garantire nelle 23 materie oggetto di autonomia differenziata: è possibile ipotizzare che in certe materie possano anche essere un paletto superabile?

«I Lep sono una questione etica e morale. È vergognoso che in questo Paese non si siano ancora fatti. Ci sarà una cabina di regia, composta di tecnici che dovrà valutare le materie. Certamente ci saranno materie come, ad esempio, il controllo sulle banche di credito cooperativo, nelle quali sarà difficile pensare di definire qualche Lep. Poi c’è la Sanità in cui i Lep esistono già da sempre e sono i livelli essenziali di assistenza.  Ma, sia chiaro, non sarò certo io a creare questioni gratuite sulla definizione dei Lep proprio ora che non sono più un mantra per non procedere con l’autonomia. Il governo li ha messi in legge di bilancio, è un dovere andare avanti».

 

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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