Diventa Socio
Iscriviti alla Newsletter
Iscriviti alla Newsletter
Ritorna a Confapi Padova

COP26, LA BOZZA: "RIDURRE EMISSIONI C02 DEL 45% ENTRO IL 2030. LIMITE RISCALDAMENTO GLOBALE A 1,5°"

cop_26.jpg

Fino al 12 novembre Glasgow, in Scozia, ospiterà un evento che molti ritengono essere la migliore, nonché ultima, opportunità del mondo per tenere sotto controllo le conseguenze devastanti dei cambiamenti climatici.

La COP26 è la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021

Da quasi tre decenni l’ONU riunisce quasi tutti i Paesi della terra per i vertici globali sul clima – chiamati COP – ovvero “Conferenza delle Parti”. Da allora il cambiamento climatico è passato dall’essere una questione marginale a diventare una priorità globale.

Quest’anno si sta tenendo il 26eismo vertice annuale, di qui il nome COP26. In vista della COP26 il Regno Unito sta lavorando con ciascun Paese per raggiungere un accordo su come affrontare i cambiamenti climatici. I leader mondiali presenti in Scozia sono più di 190. Ad essi si uniscono decine di migliaia di negoziatori, rappresentanti di governo, imprese e cittadini per dodici giorni di negoziati. Nella bozza di accordo che sta circolando in queste ore, il piano sollecita migliori piani climatici per il 2030 da presentare entro la fine del 2022, in modo da raggiungere 1,5 C di surriscaldamento del pianeta. Chiede inoltre una più rapida eliminazione graduale dei sussidi al carbone e ai combustibili fossili.

Nella bozza si fa riferimento inoltre alla "riduzione di emissioni globali di anidride carbonica del 45% al 2030 rispetto al livello del 2010", in modo da raggiungere l'obiettivo dello "zero netto intorno alla metà del secolo". Nel documento si ribadisce poi l'impegno di "lungo termine" a mantenere l'aumento della temperatura globale sotto i 2°C e a perseguire l'obiettivo di limitare il riscaldamento a 1,5°C.  Quindi chiede ai Paesi ricchi di aumentare gli aiuti per l'adattamento ai Paesi in via di sviluppo. Allo stesso tempo, la Cop26 "si rammarica che l'obiettivo dei Paesi sviluppati di mobilitare 100 miliardi di dollari all'anno entro il 2020 non sia stato ancora raggiunto" e sottolinea la necessità di "un sostegno significativamente più elevato" che vada oltre tale importo.

La maggior parte degli esperti è concorde nel sottolineare il carattere straordinario della COP26. Per capire perché, è necessario guardare indietro a un’altra COP.

L’importanza dell’Accordo di Parigi

La COP21 si tenne a Parigi nel 2015. 

Per la prima volta successe qualcosa di epocale: tutti i Paesi accettarono di collaborare per limitare l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi, puntando a limitarlo a 1,5 gradi. Inoltre i Paesi s’impegnarono ad adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici e a mobilitare i fondi necessari per raggiungere questi obiettivi. 

Ecco che nasceva l’Accordo di Parigi. L’impegno di puntare a limitare l’aumento delle temperature a 1,5 gradi è importante perché ogni decimale di grado di riscaldamento causerà la perdita di molte altre vite umane e altri danni ai nostri mezzi di sussistenza.

Nel quadro dell’Accordo di Parigi ciascun Paese si è impegnato a creare un piano nazionale indicante la misura della riduzione delle proprie emissioni, detto Nationally Determined Contribution (NDC) o “contributo determinato a livello nazionale”. 

I Paesi concordarono che ogni cinque anni avrebbero presentato un piano aggiornato che rifletteva la loro massima ambizione possibile in quel momento.

Glasgow è il momento in cui i Paesi aggiornano i propri piani

I Paesi si sono presentati al vertice di Glasgow (ritardato di un anno a causa della pandemia) con piani aggiornati di riduzione delle proprie emissioni. 

Ma non è tutto. Gli impegni presi a Parigi non sono neanche lontanamente sufficienti per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, e la finestra utile per il raggiungimento di questo obiettivo si sta chiudendo. 

Il decennio fino al 2030 sarà cruciale. 

Quindi per quanto il vertice di Parigi sia stato un evento epocale, i Paesi dovranno spingersi ben oltre quanto fatto in quello storico vertice per mantenere viva la speranza di contenere l’aumento della temperatura a 1,5. La COP26 deve essere decisiva.  Di seguito alcuni link utili a capire di cosa di è discusso a Glasgow:

Articolo redatto a partire dalle informazioni del portale ufficiale https://ukcop26.org/

 

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

Condividi su
Stampa Stampa COP26, LA BOZZA: "RIDURRE EMISSIONI C02 DEL 45% ENTRO IL 2030. LIMITE RISCALDAMENTO GLOBALE A 1,5°"

RESTA AGGIORNATO,

Iscriviti alla newsletter