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COVA - Fondapi: «CON LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE COSTRUIAMO IL FUTURO»

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Intervista a Ermanno Cova, nuovo presidente Fondapi, tra bilateralità, sinergie con Confapi e prossime sfide


Ermanno Cova è il nuovo presidente di Fondapi, il fondo negoziale di categoria destinato ai lavoratori e alle imprese che prevedono i contratti collettivi Confapi. In questa intervista presenta le sfide che lo attendono nel mandato, tra bilateralità («una bilateralità efficace, capace di dare risposte concrete e di svolgere una funzione solidaristica e fortemente redistributiva non è solo auspicabile ma anche necessaria»), sinergie con Confapi («contrattare Welfare è la partita da giocare»), la necessità di «non rassegnarci ad un futuro di pensionati poveri» e la concorrenza dei fondi profit («teniamo presente che un lavoratore medio, dopo 35 anni può arrivare a pagare i costi di un fondo profit dai 20.000 ai 60.000€ in più di quello che gli costerebbe un Fondo negoziale»).

Quali sono le aspettative e gli obiettivi del mandato?

Dal punto di vista personale coltivare una passione, quella della previdenza complementare, con l’obiettivo di promuoverne la crescita, la diffusione fra i lavoratori e nelle aziende. Perché la previdenza complementare risponde a un bisogno reale e urgente in larga parte disconosciuto, dai lavoratori, da quelli delle piccole aziende in particolare e dai giovani che più ne avrebbero bisogno. Dobbiamo essere consapevoli di un fatto: attraverso la previdenza complementare siamo “costruttori di futuro”, rispondiamo alla necessità di costruire un reddito previdenziale adeguato, considerata la contrazione delle capacità di risposta della previdenza pubblica dopo più di vent’anni di riforme. Se vogliamo che il futuro risulti sostenibile, dobbiamo incentivare e forse rendere obbligatoria l’adesione alla previdenza complementare, oggi per domani, perché domani sarebbe già troppo tardi. Non possiamo rassegnarci ad un futuro di “pensionati poveri”: è un orizzonte disperante che comporterebbe una riduzione dei consumi, una depressione economica ed una insostenibilità sociale. Possono il nostro paese ma anche il sistema delle imprese convivere con questa idea di futuro? Dobbiamo assumerci la responsabilità di investire sul futuro senza dilazionare le scelte, investire in Previdenza Complementare è necessario, se non vogliamo inconsapevolmente concorrere a delineare scenari drammatici.

Quali sono le sfide che attendono il Fondo nel prossimo futuro?

Fondapi, così come gli altri Fondi negoziali, è influenzato da un contesto legislativo non particolarmente favorevole, in questa fase. Penso all’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie che ha colpito i fondi pensione alla stessa stregua di altre forme di investimento, senza riconoscerne le finalità sociali e la natura no profit che richiederebbero un approccio fiscale incentivante. Guardo con preoccupazione alla discussione aperta circa la portabilità del contributo contrattuale che si vorrebbe trasferibile alle forme previdenziali profit, Fondi Bancari e Assicurativi senza tener conto delle asimmetrie informative (e non solo) presenti nel sistema. Fondapi non ha reti di vendita, non può investire in pubblicità come i grandi player del settore privato, che non a caso crescono in doppia cifra ogni anno mentre le adesioni ai Fondi negoziali ristagnano. Ha una struttura molto piccola, di cinque persone, molto capace e professionale, investe in comunicazione ma non potrà mai competere a certi livelli, perché appartiene agli iscritti e a loro redistribuisce tutti i vantaggi dell’attività del Fondo, con l’imperativo di contenerne i costi. I bassi costi sono una derivata della natura associativa e no profit dei Fondi Negoziali ed anche di FONDAPI e incidono in maniera determinante sulla misura delle future rendite previdenziali. L’Autorità di Vigilanza (COVIP) ricorda che, su un arco trentennale di adesione, l’1% di costo aggiuntivo comporta, a parità di altre condizioni, una riduzione del montante complessivo, che poi genera la rendita previdenziale, pari al 20%. Per tradurre concretamente un lavoratore medio, dopo 35 anni può arrivare a pagare i costi di un fondo profit dai 20.000 ai 60.000€ in più di quello che gli costerebbe un Fondo negoziale, sono cifre, certificate dalla COVIP, che corrispondono ad anni di lavoro per un operaio metalmeccanico. I Fondi Negoziali giocano un ruolo fondamentale nella tutela del reddito: il capitolo del contenimento dei costi da sempre fa parte dei nostro obiettivi prioritari, è un indicatore di efficacia ridistributiva. La nostra legislazione dovrebbe riconoscere questa peculiarità che è data dalla diversa natura, associativa e no profit, dei Fondi di origine contrattuale, perché, allora, rendere eguali in nome di una falsa libera concorrenza cose diverse per loro natura?

Qual è il rapporto tra Fondapi e Confapi e quali spazi per sinergie e interazioni si prospettano?

Fondapi si propone come una istituzione sociale nata dalla libera iniziativa delle parti, attraverso la contrattazione. E’ parte di un concetto di “Bene Comune”: la Previdenza Complementare è un investimento sul futuro “Benessere” del nostro Paese, futuro che chiede a tutti noi una forte assunzione di responsabilità, forte convergenza e condivisione. Penso che contrattare Welfare sia una delle sfide da interpretare, una necessaria innovazione delle politiche contrattuali delle parti. Guardo con interesse alla recente esperienza del settore edile che ha previsto, attraverso il nuovo contratto, una adesione obbligatoria alla previdenza complementare e a FONDAPI nel caso specifico, salvaguardando la libertà di scelta del lavoratore circa la destinazione del TFR, cosa imprescindibile nell’attuale quadro normativo. In questo modo, attraverso un accordo attraverso un contributo aziendale, fiscalmente esente, si costruisce un legame con il Fondo Contrattuale di riferimento. Relazione che può produrre conoscenza, consapevolezza dei propri bisogni e anche scelte di adesione a Fondapi. Creare legami, anche per via contrattuale, aiuta a crescere in capacità di risposta, perseguendo finalità sociali irrinunciabili e, vorrei aggiungere, con costi più contenuti, perché rinnovare contratti in un ambiente deflattivo ci pone anche questo vincolo.
Aggiungo un altro tema sul quale sarà necessario esercitarsi: già oggi, nell’attuale quadro legislativo, i Fondi Pensione potrebbero investire una parte delle loro risorse (fino al 10%) in economia reale. I Fondi Negoziali capitalizzano 35 miliardi di risorse, non è difficile comprenderne l’impatto macroeconomico potenziale. Non riusciamo a farlo perché mancano “strumenti” e “prodotti” finanziari che rispondano a queste finalità oltre che un quadro di garanzie che, compatibilmente con le regole vigenti, possa minimizzare i rischi per salvaguardare la natura previdenziale degli investimenti. Anche questo è un possibile orizzonte di “Bene Comune” sul quale esercitare congiuntamente le nostre intelligenze.

Quale futuro per la bilateralità nel nostro Paese?
In un contesto di risorse pubbliche calanti e di bisogni comunque crescenti, pensiamo alla rivoluzione demografica che interessa il nostro paese e più in generale tutte le società avanzate, una bilateralità efficace, capace di dare risposte concrete e di svolgere una funzione solidaristica e fortemente redistributiva non è solo auspicabile ma anche necessaria. I Fondi Pensione Negoziali e Fondapi certamente sono i migliori esempi di bilateralità che abbiamo saputo realizzare, bisogna aiutarli a crescere. Ci sono anche altri bisogni, penso alla crescita dei Fondi sanitari, ad esempio, e più in generale a delineare i concetti di un nuovo mutualismo che deve essere ripreso dalle nostre antiche radici e declinato nel futuro, incardinato sui concetti di associazione e di no profit e, se vogliamo, di impresa sociale. Questo è l’orizzonte della sfida.

Cosa direbbe per convincere lavoratori e imprese a rivolgersi a Fondapi?

Siamo il vostro Fondo, costruiamo risposte previdenziali per voi, senza finalità di lucro e ad esclusivo vostro vantaggio. Abbiamo garantito rendimenti apprezzabili e bassi costi, non a parole ma nei fatti, negli anni di vita del Fondo. Fondapi presenta rendimenti di gestione nell’ultimo triennio tra i migliori del settore di riferimento e prevede un sistema di monitoraggio dei rischi finanziari innovativo in evoluzione dinamica.
Nell’ultimo triennio ha aumentato la qualità di servizio e risposta ai soci con l’ausilio del centralino qualificato che parla direttamente ai lavoratori visionando direttamente la documentazione digitalizzata a supporto.
Si è molto accresciuto il dialogo con le imprese del settore che da parlano direttamente con la staff direzionale. Fondapi è presente costantemente sul piano comunicativo per chiarire temi che riguardano la vita del Fondo Pensione, gli aspetti di natura amministrativa e regolamentare. Inoltre già dal 2008 abbiamo intrapreso una scelta di sostenibilità dei capitali investiti.
Se la previdenza complementare è una necessità, il vostro fondo contrattuale, Fondapi, è la migliore risposta possibile. Disponibili a dimostrarvelo, in qualsiasi momento, senza tema di essere smentiti.

CHI E' ERMANNO COVA. Ermanno Cova è nato nel 1961 a Somma Lombardo, in provincia di Varese. Sposato con Elena, due figli adolescenti, Gabriele e Lorenzo, dal 2005 Segretario Regionale della FIM CISL Lombardia, da 15 anni si occupa, fra l’altro, di Previdenza Complementare. E' presidente di Fondapi dall'aprile del 2015; vicepresidente è Alberto Castelli. Il Consiglio di Amministrazione è composto da Claudio Badocchi, Alberto Castelli, Ermanno Cova, Vincenzo Gattagrisi, Franco Gargiulo, Francesco Gullo, Massimo Nobili, Enrico Pernigotti, Felice Roberto Pizzuti, Aviano Savelli, Luciano Scapol, Francesco Sole, Roberto Toigo e Sandro Bonaiti. Il Collegio dei revisori contabili da Paola Milizia, Maurizio Monteforte, Alessandro Zadotti, Enrico Gaia.

Per saperne di più su Fondapi

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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