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CRISI DA COVID: IL VENETO RISCHIA DI CHIUDERE IL 2020 PERDENDO 16 MILIARDI DI PIL

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Il presidente Valerio: «Ma i nodi arriveranno al pettine a fine 2021»

Gli ultimi provvedimenti stanno toccando soprattutto il commercio ma anche l'industria sta guardando con preoccupazione alla fine dell'anno. Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, ha elaborato le stime previsionali sul territorio sulla base del -10% calcolato sul piano nazionale dalla recente Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza.

Ecco le stime fornite al Gazzettino, con l’analisi del presidente Carlo Valerio, nell’articolo del giornalista Mauro Giacon.


PADOVA Da qui alla fine dell'anno secondo le stime delle associazioni di categoria saranno 750 gli esercizi di città e provincia che chiuderanno le serrande a causa della crisi conseguente al Covid. Un bilancio pesante che potrebbe anche peggiorare. Perché a livello nazionale i numeri parlano di 190mila esercizi in chiusura e Padova vale il 2 per cento della somma. «Siamo sempre più convinti che il nemico da battere sia il Covid 19 ma è indubbio che la situazione economica nel settore delle vendite al dettaglio e dei consumi sta assumendo caratteristiche più che allarmanti dice il presidente di Confesercenti Nicola Rossi - Ci sono settori come la moda che pur non essendo chiusi in regione hanno subito diminuzione dei ricavi per oltre il 40%».
CONFESERCENTI
«Nella ristorazione le cose non vanno certamente bene e se da un lato i ristoranti fuori città riescono a recuperare qualche cosa nelle giornate di fine settimana (pranzi) e quelli della città durante la settimana, la diminuzione dei ricavi si attesta ad un meno 30%, va molto peggio a bar e pub. Occorre ripensare subito ai ristori che non possono più essere destinati solo a chi chiude ma a tutte le imprese che ne hanno una ripercussione negativa. Non è irreale comunque dire che il Natale chiuderà con un 30 per cento di perdita generalizzata. C'è troppa incertezza e anche instabilità psicologica. E come si vede dai dati - conclude sarà recuperata soltanto una parte delle perdite che ci sono state fino ad ora».
Si attende l'aiuto da Roma ma la Cna stima che la Finanziaria 2021 porterà a Padova sotto forma di defiscalizzazioni per l'assunzione degli under 35 e delle donne, il Superbonus e le Cig, 382 milioni che sono l'1,3 del pil provinciale quando invece la flessione si aggira fra l'8 e il 9 per cento.
TROPPE SPESE
Siamo arrivati al punto, dicono all'Ascom, che la lotteria degli scontrini che scatterà a gennaio porterà ad ulteriori chiusure. Per adattare il registratore di cassa occorrerebbero da 50 a 80 euro. Invece in questo periodo ne stanno chiedendo 500. È una decisione che sta convincendo molti vecchi commercianti a lasciare tutto. Un danno enorme.
La sensazione che arriva dall'Associazione dei pubblici esercizi è altrettanto sconfortante. «Altri 150 fra bar e ristoranti sono a rischio chiusura» commenta il segretario Filippo Segato. I commercialisti che curano le pratiche dei titolari di pubblici esercizi stanno consigliando i loro clienti a tenere duro fino alla fine dell'anno, perchè hanno la possibilità di ottenere i ristori. E poi di lasciare da gennaio. Tanto che fra i titolari degli esercizi, per paradosso solo chi è a posto nel senso che non ha mutui e può pagare le tasse può permettersi di chiudere.
CONFAPI
Gli ultimi provvedimenti stanno toccando soprattutto il commercio ma anche l'industria sta guardando con preoccupazione alla fine dell'anno. Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, ha elaborato le stime previsionali sul territorio sulla base del -10% calcolato sul piano nazionale dalla recente Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Di fatto, un -10% nel Pil Veneto (pari a circa 163,7 miliardi di euro complessivi secondo i dati Istat) si traduce in una perdita di 16,37 miliardi a fine 2020. Nello specifico, per l'economia della provincia di Padova, il calo previsto è di quasi 3,5 miliardi rispetto ai 32,41 miliardi del Pil totale di partenza del 2019. Sempre secondo le stime del governo, verrebbe seguito da un rimbalzo del 6% nel 2021, un più 3,8% nel 2022 e un più 2,55 nel 2023. Il presidente Carlo Valerio: «Ci siamo abituati al paradiso, invece ora bisogna ricominciare come dopo una guerra, senza puntare all'ego insomma. Natale non sarà come gli altri? Bene, ci rifaremo a Pasqua, anche se i nodi arriveranno al pettine a fine 2021 secondo me».
ASSINDUSTRIA
Il ritorno del Covid infatti rischia di vanificare anche quanto di buono era stato fatto finora. Dalle anticipazioni dell'Indagine congiunturale condotta da Assindustria Venetocentro c'è un sensibile recupero nei mesi estivi con l'andamento degli ordini all'industria, che rivedono il segno positivo anche nel confronto con il terzo trimestre del 2019 (+2,9% nel terzo trimestre, -19% nel secondo). Nei primi nove mesi la contrazione degli ordinativi è del -6,7%. Tiene nel complesso l'occupazione (-0,8% nel terzo trimestre, -1,3% nel periodo gennaio-settembre), grazie all'ampio ricorso agli ammortizzatori sociali.

SCARICA L'ARTICOLO: COVID: CHIUDONO 750 BAR E NEGOZI - IL GAZZETINO DI PADOVA, 20 NOVEMBRE 2020 (PRIMA PAGINA E PAGINA VI)

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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