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ETICA, PRODUTTIVITÀ E NEUROSCIENZE: PADOVA AL CENTRO DEL CONFRONTO SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

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Sala gremita e dibattito di altissimo livello al convegno promosso da Confapi Padova, UCID e Associazione Migranti Onlus a Palazzo Santo Stefano, con l’intervento di Monsignor Pegoraro e ospiti internazionali, al centro di un dialogo che intreccia responsabilità sociale e visione del futuro.

 

Una sala gremita e un dibattito che ha toccato le vette più alte. Accolti dalla Sala Consiliare di Palazzo Santo Stefano, Confapi Padova, Associazione Migranti Onlus e UCID Padova hanno promosso il convegno “Il lavoro nell’era dell’intelligenza artificiale”, offrendo al pubblico un’occasione unica di riflessione sul futuro del lavoro e sulle trasformazioni sociali ed economiche innescate dall’IA.

Ad aprire il confronto è stato Mons. Renzo Pegoraro, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che ha sottolineato come l’intelligenza artificiale rappresenti una trasformazione epocale che richiede un nuovo sforzo di comprensione e responsabilità da parte di tutte le componenti della società. L’IA nasce dall’elaborazione di enormi quantità di dati provenienti dai nostri comportamenti quotidiani e genera algoritmi sempre più complessi, capaci di correlare informazioni e produrre decisioni automatiche. Eppure, ha ricordato, «rimane una distanza essenziale tra macchina e persona: l’algoritmo non decide, ma correla; i sensori non vedono, ma registrano; il robot non comunica, ma esegue». In questo spazio critico si inserisce la riflessione etica. Pegoraro ha richiamato la Rome Call for AI Ethics, l’appello promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita per orientare lo sviluppo dell’IA secondo principi condivisi: trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, affidabilità, sicurezza e tutela della privacy. «La Rome Call for AI Ethics ci ricorda che l’intelligenza artificiale non è neutrale: o è orientata al bene comune, oppure finisce per alimentare nuove disuguaglianze. I suoi principi sono il cuore di quella che chiamiamo algoretica. Per questo oggi è indispensabile definire protocolli condivisi con tutti gli stakeholder globali - governi, aziende, ricerca, organismi internazionali, comunità religiose e società civile - perché ogni algoritmo sia progettato e valutato alla luce della dignità della persona. Solo così potremo dire che la tecnologia, davvero, rimane al servizio dell’umanità e non il contrario».

Il professor Maurizio Corbetta, ordinario di Neurologia all’Università di Padova e fondatore del Padova Neuroscience Center, ha offerto una prospettiva scientifica di grande fascino: analogie e differenze tra intelligenza biologica e artificiale, per comprendere meglio i limiti e le potenzialità di questa tecnologia. «Il cervello», ha sottolineato, «è un sistema di una complessità enorme, in grado di integrare emozioni e giudizi morali», al contrario delle reti neurali, che sì «riconoscono e riescono a replicare parametri, ma non possono prendere decisioni etiche». Ma non è l’unica differenza che balza agli occhi. Il professor Corbetta ha evidenziato l’enorme differenza presente tra «l’efficienza biologica del cervello e l’elevato consumo energetico richiesto dai sistemi di intelligenza artificiale».

Il dibattito si è poi spostato sul versante tecnologico ed economico con l’intervento di Marco Lucarelli, Deloitte Central Mediterranean GenAI Hub Leader e Cloud Strategy Leader, che ha evidenziato come l’IA possa essere motore di efficienza e innovazione, ma solo se accompagnata da una governance attenta ai rischi e alle implicazioni sociali. Navigare la rivoluzione digitale significa bilanciare competitività e responsabilità.

Sul tema dei mercati digitali è intervenuto Matteo Boaglio, Head of Institutional Special Projects and Policies di Intesa Sanpaolo, che ha posto l’accento sulle nuove sfide di concorrenza e regolamentazione. L’IA apre opportunità straordinarie, ma richiede regole chiare per garantire equità e trasparenza in un contesto di rapida evoluzione.

Guidato dalla moderazione del direttore di Confapi Padova, Davide D’Onofrio, il dibattito ha intrecciato visioni diverse in un confronto intenso e partecipato, culminato in un momento artistico dedicato ai nuovi linguaggi performativi della digitalizzazione. L’iniziativa conferma l’impegno di Confapi Padova nel promuovere l’innovazione e la crescita delle competenze, sostenendo occasioni di confronto che favoriscano l’incontro tra formazione, impresa e cultura. «Un impegno che si traduce nella volontà di contribuire attivamente alla costruzione di un ecosistema territoriale competitivo, inclusivo e lungimirante, capace di affrontare le sfide della trasformazione digitale con responsabilità e visione», come ha rimarcato il presidente dell’Associazione Marco Trevisan nel corso del convegno.

 

Nella foto (di Irene Cesaro) un momento del convegno

 

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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