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FORTUNA: «LA CURVA DEI CONTAGI STA CRESCENDO, LA TERZA DOSE SARÀ DECISIVA»

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«A ogni intervista e conferenza stampa che mi trovo a fare, l’obiettivo è sempre quello di spingere le persone a vaccinarsi e a prenotare le terze dosi. Se tutti fossimo vaccinati i problemi sarebbero sicuramente minori». Il dottor Paolo Fortuna, Direttore generale dell’Ulss 6 Euganea, non si stanca di ripeterlo ormai da mesi. Confapi Padova lo ha raggiunto per fare il punto della situazione nel territorio, mentre sale il livello di allerta suscitata dalla crescita costante dell’infezione - col Veneto ancora in zona bianca ma prossimo a passare in zona gialla - e ancora si valutano i rischi legati alla variante Omicron del Covid.

Direttore, come è cambiata la situazione alla luce del Decreto legge che ha istituito il “Super Green Pass”, in vigore dal 6 dicembre?

«Le ricadute dalle decisioni del Governo sulla vita di ognuno di noi sono importanti. Un dato per tutti: nelle ore in cui veniva promulgato il nuovo decreto, mille persone si sono presentate a fare il vaccino nei centri del nostro territorio, chiedendo di sottoporsi alla prima dose. Un incremento per certi versi imprevedibile, e che può aver creato qualche disguido. A questo riguardo non parlerei di “mission impossible”, ma senza dubbio è una missione anche quella a cui siamo chiamati noi del sistema sanitario, cercando di intervenire nel modo più pronto possibile in modo da riuscire a normalizzare l’imprevedibilità dei comportamenti».

Qual è il quadro attuale nel Padovano?

«Sono circa 116 mila le persone over 12 anni non ancora vaccinate nel territorio di nostra competenza, nonostante il forte afflusso la percentuale però non è variata più di tanto. Nel Padovano abbiamo 836 mila abitanti over 18, di questi, circa 719 mila sono vaccinati con almeno la prima dose e circa 116 mila i non vaccinati (pari al 14%). Sono invece oltre 69 mila le persone che hanno già effettuato la terza dose. Un buon risultato, ma ci aspettiamo che si incrementerà in maniera massiccia, anche grazie all’anticipo a cinque mesi rispetto ai sei inizialmente previsti».

Negli scorsi giorni si è registrata qualche difficoltà nelle prenotazioni: i centri del padovano segnalavano il tutto esaurito.

«Abbiamo ancora 31 mila slot liberi fino al 28 febbraio, concentrati per lo più tra gennaio e febbraio, mentre erano esauriti quelli di dicembre. Venerdì 26 novembre abbiamo però aperto 80 mila nuovi slot sul mese di dicembre, che potranno essere utilizzati per le prenotazioni. Vale la pena di fare un minimo di cronistoria per spiegare come ci siamo comportati: di concerto con Regione Veneto e Azienda Zero già dal 18 novembre è stato implementato il portale regionale per consentire la prenotazione alle persone con almeno quarant’anni, che avessero svolto il precedente richiamo almeno sei mesi prima; il 22 novembre si è ridotto il lasso da 6 a 5 mesi per cui abbiamo implementato le possibilità per consentire la prenotazione di chi ha dai 18 ai 39 anni, sempre che abbia concluso da almeno cinque mesi il ciclo primario. E, dal 1° dicembre, è possibile spostare la propria prenotazione, per chi aveva già prenotato e vuole anticipare a cinque mesi la terza dose. In tutto questo, rimane attiva la funzionalità che consente di sottoporsi alla prima dose per chi intende aderire adesso alla campagna».

In sostanza state lavorando in modo da riuscire a gestire questa situazione straordinaria.

«Stiamo implementando le disponibilità in Fiera a Padova e negli altri cinque punti che abbiamo attivi in provincia, coinvolgendo anche le farmacie. Stiamo coinvolgendo anche la Medicina generale per estenderle le vaccinazioni andando a farle a domicilio agli anziani, ma anche i pediatri di libera scelta hanno dato la loro disponibilità a collaborare nei loro ambulatori, dato che l’Ema ha già autorizzato - a mezza dose - le vaccinazioni per la fascia di età 5-11 anni e sarà possibili farli fare ai propri bambini per fine anno. Tengo a dire che il lavoro degli operatori è concertato e impegnativo da gestire, e molti lavorano in orario aggiuntivo e anche volontario».

Nell’ambito della riclassificazione epidemiologica delle regioni concordata ogni settimana con l’Istituto superiore di sanità, il Ministero della Salute ha confermato il Veneto nella zona a rischio minimo, ma Padova, in realtà, ha dati da zona rossa e lo stesso governatore Zaia si attende un cambio di fascia a breve, con la regione che dovrebbe virare verso il giallo.

«Per quanto riguarda il tracciamento, allo scorso venerdì 26 novembre l’incidenza per 100 abitanti dei positivi era di 268,3, in aumento rispetto alla settimana precedente. Significa che il virus si sta diffondendo e che le modalità preventive legate all’igiene, come l’uso delle mascherine, il distanziamento e il lavarsi le mani spesso non devono assolutamente essere abbandonate, senza dimenticare che gli ambienti chiusi sono sempre più pericolosi di quelli all’aperto. L’età con incidenza maggiore del virus è fra i 40 e i 59 anni, ma sta crescendo anche fra i 10 e i 20 anni, fascia in cui circola in modo importante. Siamo la provincia più colpita in questo momento e questo ha determinato la necessità di rincorrere il virus per intercettare tutti i positivi. Questo ci porta via risorse, perché il personale deve comunque portare avanti anche l’attività quotidiana. Ma c’è un ultimo dato su cui mi preme insistere per invitare chi ancora non l’ha fatto a vaccinarsi».

Ovvero?

«Le statistiche nel nostro territorio dicono che i non vaccinati incorrono in un rischio di essere positivi 4,3 volte maggiore rispetto ai vaccinati. Tradotto significa che se la media è di 268 positivi ogni 100 mila persone, i vaccinati incidono per 170 scasi u 100 mila, i non vaccinati per 730 su 100 mila. In altre parole, chi è scoperto rischia molto di più».

 

 

 

Confapi Padova
Tel. 049 8072273
info@confapi.padova.it

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