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Le aziende che hanno puntato sulla riconversione: 200 richieste di cambio del codice Ateco in una settimana

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Valerio: «Opzione da usare solo se necessaria»

Sono state oltre 200 imprese e sedi d'azienda padovane a chiedere un cambio di codice Ateco solo nella prima settimana di aprile. Un incremento del 165% rispetto allo stesso periodo del 2019, per quelle imprese che hanno voluto modificare il codice che indica in che settore e in che segmento agisce ciascuna azienda. Complessivamente, già a partire dall'11 marzo, data del primo decreto di fermo delle attività economiche, sono state quasi 600 le imprese e le sedi d'azienda che si sono affrettate a contattare il Registro Imprese del sistema camerale per procedere alla modifica del proprio codice attività (Ateco). Il tema è stato affrontato in un interessante approfondimeto del Mattino di Padova, che ha intervistato anche il presidente di Confapi Padova Carlo Valerio, che ha rimarcato: «Fin dal principio della crisi anche molti nostri iscritti si sono interessati alle modalità di richiesta di modifica dei codici Ateco. Un'opzione che abbiamo consigliato solo quando strettamente necessaria per una corretta descrizione della propria attività produttiva».

Un'incrementata attenzione alla corretta descrizione dell'attività di aziendale che ha coinvolto, nei mesi di marzo e di aprile, principalmente attività manifatturiere, del commercio e al dettaglio e all'ingrosso e del settore edile, si legge nel servizio del giornalista Riccardo Sandre. Le prime hanno visto un incremento delle richieste, rispetto a marzo del 2019, del 27, 86% e del 41, 1 durante la prima settimana di aprile, le seconde, quelle del commercio, a marzo hanno registrato una crescita delle richieste di modifica del 27, 36% e ad aprile del 19, 17%. Le costruzioni invece si sono limitiate ad un +10, 69% a marzo ed a un + 9, 85% ad aprile. Tra gennaio e febbraio 2020 l'attenzione delle imprese per la corretta descrizione della propria attività produttiva era invece in calo rispettivamente del 9% e del 17% rispetto agli stessi mesi del 2019.

«In fin dei conti 600 imprese su una platea complessiva di oltre 115 mila non sono molte» spiega Antonio Santocono, presidente della Camera di Commercio di Padova e vicepresidente di Infocamere. «Numeri che testimoniano la sostanziale aderenza dei codici Ateco attuali con le attività del tessuto economico. Una riforma del modello dei codici Ateco potrebbe aiutare ulteriormente sia nella descrizione dei fenomeni economici che nelle politiche attive di stimolo all'economia».

 

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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stampa@confapi.padova.it

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