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«Lo Stato ci deve 90 miliardi, faremo causa»

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L'intervista del presidente di Confapi nazionale Maurizio Casasco al Giornale di sabato 26 settembre

Fresco fresco di Palazzo Chigi, appena dopo aver ripulito la lama con cui accoltellò (politicamente) Letta alla schiena, Renzi promise di pagare tutti i debiti della Pubblica amministrazione entro settembre. Per San Matteo. «Altrimenti - annunciò da Vespa - andrò a piedi da Firenze al Monte Senario». I debiti stanno ancora là e Renzi al posto del pellegrinaggio ha preferito farsi l'aereo presidenziale nuovo. Maurizio Casasco, presidente Confapi (86.176 aziende e 817.508 lavoratori) non è arrabbiato, è furioso.

Presidente, è deluso per il mancato pellegrinaggio?

«Macché pellegrinaggio. Il problema è serio. Ci sono imprenditori che si ammazzano per disonore, per un debito con la Pa o con le banche di appena 10mila euro. Ho visto aziende di cento anni fallire per colpa di banche che non fanno più credito a imprenditori onesti che hanno sempre pagato le tasse. Perché se uno non paga, lo Stato mette l'ipoteca al capannone e l'industria è morta. È una violenza morale, etica, intellettuale e sociale, incredibile».

Che cosa serve?

«Rispetto. Vogliamo dare attenzione a questa gente che mette a rischio i propri beni familiari perché la Pa non paga? Renzi disse che in tre mesi avrebbe fatto tre riforme: la Pa, il Senato e la giustizia. Altrimenti si sarebbe dimesso. Da cento, i giorni sono diventati mille. Il sito del Mef che ha promesso di aggiornare ogni mese è fermo al 20 luglio. Un ritardo al quadrato. È un problema di credibilità. Per forza poi la metà degli elettori non va a votare...».

A quanto è arrivato il debito?

«Nessuno lo sa. Forse una novantina di miliardi. Ma aumenta sempre. Si figuri che il governo non è riuscito nemmeno ad onorare la somma stanziata di 44,6 miliardi: ne ha pagati solo 38,6».

E Renzi che dice?

«E chi ci ha mai parlato? Ho inviato il nostro Manifesto per la svolta a tutti: mi hanno risposto Martin Schultz, Jean-Claude Juncker, Jyrki Katainen, Donald Tusk, Antonio Tajani e Olli Rehn. Renzi non si è degnato. Ha fatto più Landini che lui».

Nemmeno il ministro Madia?

«Madia? E chi è? Mai vista né conosciuta».

Ha provato con Twitter?

«Proverò. Renzi non ha capito che le persone non si tengono buone con 80 euro e con il marketing , non ci serve che tagli cinque auto blu. Ci serve un governo che sia attento alla piccola e media industria privata».

Però in giro ci va tanto no?

«Sì, parla con Marchionne, ha rapporti con banche, assicurazioni e grandi industrie ma della piccola industria privata se ne frega dimenticando che il lavoro lo diamo noi non lui».

E voi che fate?

«Confapi farà azione legale per i non pagamenti. Se Renzi vuol fare il Principe Giovanni noi faremo Robin Hood. Un presidente non eletto va anche bene purché faccia le cose sennò ce ne vuole uno eletto da noi. Renzi non capisce che le nostre aziende falliscono per i crediti maturati nei confronti dello Stato. Manca la compensazione del debito con il credito. Se lo Stato non paga non succede niente, se l'industria non paga gli mettono le ganasce. E questo si chiama vergogna. Così ammazzano l'industria manifatturiera seconda in Europa».

Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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