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NON TUTTI SANNO CHE... C'E' PADOVA DIETRO AGLI STRAORDINARI ORI OLIMPICI DI JACOBS, TAMBERI E STANO

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Nel mito. La straordinaria spedizione dell’atletica azzurra ai Giochi Olimpici di Tokyo ha toccato il suo momento più memorabile con i due ori olimpici vinti nell’arco di pochi minuti da Gianmarco Tamberi nell’alto (2.37) e Marcell Jacobs nei 100 (9”80, ancora record europeo), domenica 1° agosto. Un’accoppiata nel segno anche delle Fiamme Oro Padova, società dei due fuoriclasse che hanno scritto una pagina indimenticabile nella storia del nostro sport. E... Stano, ma vero, la marcia trionfale del pugliese Massimo Stano, giovedì 5 agosto primo nella 20 km dedicata agli specialisti del tacco-punta, ha consegnato alle Fiamme Oro la terza vittoria olimpica. Non è tutto, perché lo stesso Jacobs ha portato a casa un nuovo oro contribuendo alla realizzazione di una delle imprese più incredibili e meravigliose imprese dell’intera storia dello sport azzurro: venerdì 6 agosto lstaffetta 4x100 maschile ha sbancato lo stadio Olimpico di Tokyo. È il trionfo di Lorenzo Patta, appunto Marcell Jacobs, Fausto Desalu e Filippo Tortu, campioni olimpici con lo spaziale record italiano di 37"50 battendo le potenze mondiali della Gran Bretagna (37"51) e del Canada (37"70), firmando il secondo tempo di sempre in Europa e il quinto di tutti i tempi al mondo. L’Italia sfonda nel medagliere: soltanto ori, cinque in tutto, perché va aggiunto quello di Antonella Palmisano nei 20 km della marcia femminile. Per il club della Polizia di Stato (che ha la propria sede nella Caserma Ilardi di via D'Acquapendente), in particolare, questa edizione della rassegna a cinque cerchi ha assunto connotati storici.

Ori carichi di significato. Su tutti brilla quello di Jacobs sui 100, perché ottenuto nella gara simbolo dell'atletica leggera e degli stessi Giochi Olimpici. Ma chi è lo sprinter che ha fatto parlare tutto il mondo della sua impresa? Marcell Jacobs nasce a El Paso, in Texas, il 26 settembre 1994, da madre italiana, Viviana Masini, e padre texano, Lamont Jacobs, militare della Caserma Ederle conosciuto a Vicenza. Quest'ultimo, pochi giorni dopo la nascita del figlio, venne stanziato in Corea del Sud ma la madre decise di non seguirlo, trasferendosi col bambino a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia. Dal 2014 è tesserato per le Fiamme Oro, ma fino al 2018 si è dedicato soprattutto al salto in lungo.

«Sono commosso, è stato bellissimo sentire l'inno sul gradino più alto del podio ad un'Olimpiade, con questa medaglia al collo pesante come un macigno», ha commentato il suo trionfo dopo la cerimonia di premiazione. «Devo dire che nei sogni non era così bello come nella realtà. Non ho chiuso occhio, lo confesso, non ho dormito nemmeno un minuto, del resto non sarei riuscito a farlo, e allora ho scelto di guardare i social, per capire come era stata vissuta questa doppia vittoria. Non mi aspettavo questo sostegno, davvero. Ora tornerò ad allenarmi più di prima, perché da campione olimpico sento una grossa responsabilità sulle spalle: farò ancora qualche gara, prima di chiudere ed andare in vacanza. Devo essere sincero: non mi aspettavo di correre così forte, ma in realtà ho scoperto che il mio allenatore sapeva che stavo bene, che potevo prendere una medaglia: aveva nascosto i suoi pronostici in camera, e aveva scritto che avrei fatto 9"93, e per la finale 9"85».

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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