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PADOVA SFIDA ROMA PER OSPITARE L’AGENZIA EUROPEA PER LA RICERCA BIOMEDICA

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Colaci: «Una grande opportunità per le imprese del settore»

Bruni: «Potremmo attrarre investimenti e “cervelli” innescando un ciclo virtuoso»

Roma si è candidata a ospitare la sede dell’Agenzia Europea per la Ricerca Biomedica, con una lettera pubblica della sindaca Raggi. Padova risponde lavorando sottotraccia ormai da due mesi, ma candidandosi a sua volta per la guida della “Barda”, la Biomedical advanced research and development agency, voluta dalla presidente della commissione Von der Leyen per supportare gli Stati nella reazione alle emergenze sanitarie transnazionali. E l’area individuata sarebbe quella di San Lazzaro, destinata a ospitare il nuovo e moderno ospedale che sorgerà in Città.

«L’Agenzia avrebbe il compito di indirizzare tutti i finanziamenti alla ricerca», spiega il presidente nazionale di Confapi Sanità Michele Colaci. «Ovviamente, dato il mio ruolo, non posso prendere posizione tra le candidature di Padova e Roma. Dico però che l’approdo dell’Agenzia in Veneto sarebbe il premio a un territorio che in questi anni ha lavorato benissimo e che, negli scorsi mesi, anche grazie alla collaborazione di Confapi Padova, ho avuto modo di girare e conoscere. Ci sono centinaia di piccole e medie imprese attive nel settore biomedicale e tutta una serie di laboratori di ricerca all’avanguardia sulla bioingegneria: tutte potrebbero trarre nuovo impulso dall’assegnazione della “Barda”».

Una riflessione che sposa appieno anche Lino Bruni, presidente di Confapi Sanità Veneto: «Di fatto, si tratterebbe di un polo per attrarre investimenti, e quindi risorse, e “cervelli”. Il suo approdo premierebbe la regione che, assieme alla Lombardia, concentra le eccellenze del settore sanitario e in particolare una città come Padova, che è la vera culla della medicina moderna. L’Agenzia, che avrebbe il compito di indirizzare tutti i finanziamenti alla ricerca, consentirebbe di sfruttare il Mes, il prestito europeo destinato appunto al finanziamento di strutture sanitarie. Il beneficio potenziale è doppio», prosegue Bruni. «Da una parte si incrementerebbero i finanziamenti per la ricerca, e sappiamo tutti quanto l’ammontare destinato a questo scopo in Italia sia ben al di sotto della media dei paesi Ocse. Dall’altra si innescherebbe un potenziale circolo virtuoso, con una funzione di calamita anche per tutti quei cervelli in fuga che potrebbero rientrare e trovare sbocchi adeguati alle proprie potenzialità».

LA TRIANGOLAZIONE

Il nuovo organismo "avrà il duplice obiettivo di rafforzare la preparazione dell'Unione Europea alle crisi e la capacità di gestire le minacce sanitarie transfrontaliere, sia di origine naturale che intenzionale", come riportato nella lettera della sindaca Raggi, spalleggiata da dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti e dal commissario europeo Paolo Gentiloni. Dalle colonne del quotidiano Il Mattino, che ha anticipato la notizia della candidatura, viene invece comunicato come Padova sia «scesa in campo silenziosamente, grazie a un lavoro di triangolazione avviato dal governatore Luca Zaia («Su questo argomento siamo sul pezzo da ben prima delle elezioni», conferma il presidente della Regione Veneto) con il sindaco Sergio Giordani («Sarebbe un salto di qualità importante: un cambio sistemico per valorizzare le nostre eccellenze, a partire dalla scienze biomediche, Padova lo merita sia per la sua storia che per come ha affrontato la pandemia grazie a un ateneo moderno e prestigioso») e il rettore dell’Università Rosario Rizzuto («Rappresenterebbe un meritato riconoscimento non solo per la città, ma per l’intero sistema sanitario del Veneto. Un sistema che vede la nostra Scuola Medica impegnata nel combattere la pandemia, grazie all’impegno appassionato e straordinario del nostro personale sanitario e all’incessante lavoro di ricerca che portiamo avanti»).

PRUDENZA

La prudenza non può essere troppa, dopo la beffa di Milano, con l’Agenzia europea del farmaco (Ema) dirottata su Amsterdam all’ultima votazione. Il Governo, peraltro, ha appena candidato il capoluogo lombardo a sede del Tribunale europeo unificato sui brevetti e poi Torino a ospitare l’Istituto per l'intelligenza artificiale. Roma si è subito fatta avanti mettendo anche a disposizione una struttura enorme e inutilizzata come l’ex ospedale Forlanini, a due passi dallo Spallanzani diventato punto di riferimento nazionale per il Covid. Padova può invece schierare il nuovo ospedale in progetto nell’area di San Lazzaro. Come finirà?  La scelta toccherà al Governo, che finora non si è espresso.

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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