La questione Monselice-mare, il sogno del prolungamento del tram fino a Conselve, il progetto di una governance condivisa che colmi il vuoto lasciato dal COSECON, il ruolo delle associazioni di categoria come Confapi. Sono i temi dell’intervista al sindaco di Conselve Umberto Perilli.
Conselvano, Confapi c’è. La zona industriale che comprende Conselve, Bagnoli di Sopra e Arre - ospitando oltre 1.500 imprese - è uno dei poli produttivi più rilevanti nella Bassa Padovana, con presenza significativa nei settori refrigerazione, chimico, plastico, meccanico e alimentare. Un’area in cui l’Associazione intende rafforzare ulteriormente la sua presenza, attraverso un dialogo intelligente e costante tra aziende, enti, politica e opinione pubblica. In quest’ottica si inserisce l’incontro "Imprese, territorio, futuro: un confronto per la Bassa Padovana", in programma giovedì 28 agosto a Conselve e la presenza con un proprio stand alla storica Fiera di Sant’Agostino (27 agosto-7 settembre), appuntamento tradizionale che richiama ogni anno migliaia di visitatori e operatori economici. Sulle prospettive di sviluppo del territorio, con un focus su mobilità e infrastrutture, abbiamo intervistato in esclusiva l'avvocato Umberto Perilli, sindaco di Conselve.
Sindaco Perilli, il Conselvano è davvero la seconda area industriale del Padovano?
«Sì, come dimensioni è la seconda dopo quella del capoluogo. La zona industriale si estende su tre comuni: Conselve, Bagnoli di Sopra e Arre. Si tratta di un’area molto attiva e quasi completamente occupata: nonostante si pensi ci siano molti capannoni vuoti, in realtà trovare spazi disponibili è oggi estremamente difficile».
Quali settori sono maggiormente rappresentati?
«Abbiamo insediamenti produttivi molto sviluppati, in particolare nella catena del freddo, con aziende di rilievo come MTA e Schneider, che fanno parte anche di gruppi internazionali. Alcune di queste realtà stanno cercando nuovi spazi per ampliare le proprie attività. La loro presenza, a cascata, ha ripercussioni positive sull’economia generale, perché necessitano di tutta una serie di fornitori che gravitano attorno alle aziende più grandi. La posizione geografica dell’area è sicuramente un punto di forza: siamo baricentrici tra Padova e Rovigo lungo l’asse nord-sud, e strategici anche sull’asse est-ovest lungo la SR10, Monselice-Montagnana-mare. Questo rende il Conselvano un’area logisticamente molto interessante. Tant’è che oggi, se allarghiamo la prospettiva toccando la questione occupazione, il problema maggiore è il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Gli imprenditori ci chiedono aiuto per trovare personale, ma spesso non riescono a reclutare le figure necessarie. Le offerte ci sono, ma mancano le persone da assumere. Una situazione comune a molte aree industriali del Paese».
L'area sconta la fine dell’esperienza del COSECON (Consorzio per lo Sviluppo Economico del Conselvano), organismo nato con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico e infrastrutturale della zona industriale, che si occupava di coordinare interventi di riqualificazione, di rappresentare le imprese locali e di facilitare il dialogo con le istituzioni pubbliche. Cosa resta oggi di quella gestione unitaria?
«Purtroppo, con la chiusura di Cosecon, è rimasto un vuoto. Cosecon è stato un grande motore di sviluppo: ha urbanizzato le aree agricole trasformandole in poli industriali. È chiaro che ci sono state delle degenerazioni nella fase finale, ma il contributo iniziale è stato fondamentale. Ora, come comuni del Conselvano, stiamo ragionando sulla creazione di un nuovo ente, o contenitore, in grado di garantire una gestione unitaria dello sviluppo industriale e artigianale».
Quali sono le difficoltà non avendo una governance condivisa?
«C’è un’insufficienza di visione strategica. I regolamenti edilizi, per esempio, cambiano da un comune all’altro: ciò che si può fare in un territorio, spesso non è consentito in quello confinante, anche se magari a pochi metri di distanza. Serve una visione unitaria per rendere attrattivo il territorio».
Cosa state facendo in concreto a riguardo?
«Abbiamo valutato varie ipotesi. Una è quella di costituire un organismo per il solo Conselvano, che comprende una decina di comuni. Ma bisogna tener conto dell’esistenza dell’IPA (Intesa Programmatica d’Area), già riconosciuta dalla Regione e che coinvolge 43 comuni della Bassa Padovana. Per evitare ulteriori frammentazioni, stiamo valutando una soluzione intermedia: un organismo sovracomunale con “hub” locali, legati ai capo-mandamenti, in modo da garantire efficienza e autonomia».
In questo scenario, che ruolo possono avere le associazioni di categoria come Confapi?
«Sono partner fondamentali. Non prendiamo decisioni importanti senza consultarle. Abbiamo già istituito un tavolo informale di confronto con tutte le associazioni del commercio, dell’artigianato e dell’industria. Ora vogliamo formalizzarlo, creare una sede stabile per evitare la partecipazione “a singhiozzo” e consolidare le strategie di sviluppo».
Ha già accennato al tema della viabilità. Parliamo del casello autostradale tra Monselice e Pozzonovo: a che punto siamo?
«Il casello sarebbe un impulso decisivo. Quando si era parlato della sua realizzazione abbiamo ricevuto richieste importanti di insediamento, soprattutto nel settore logistico. Poi, con il rallentamento del progetto, tutto si è raffreddato. Ma l’interesse c’è, e c’è bisogno di infrastrutture adeguate per sostenerlo. Nel settore logistico ci sono realtà importanti già insediate e altre che erano pronte ad arrivare. La logistica, oggi, è un motore economico decisivo, e senza un accesso autostradale efficace rischiamo di perdere importanti opportunità».
E sul fronte delle infrastrutture?
«La mobilità è uno dei nostri problemi principali. Conselve è tagliata fuori da collegamenti rapidi con Padova, che è il nostro centro di riferimento. Non abbiamo la ferrovia, il tram non arriva qui e la linea di autobus è lentissima: ci si impiega un’ora e un quarto per arrivare in città. Una follia. Il mio sogno, da amministratore, è vedere il prolungamento della metropolitana di superficie di Padova verso sud, fino a Conselve».
È un’ipotesi realistica o, appunto, solo un sogno?
«Abbiamo sostenuto il progetto del comune di Albignasego per il prolungamento verso sud. Maserà ha già messo a disposizione un’area per un terminal. Ora, con la nuova governance che vogliamo costituire, inizieremo a spingere affinché anche Conselve sia collegata. È un desiderio, ma dobbiamo lavorare per trasformarlo in realtà».
Come potrebbe migliorare la situazione?
«Un collegamento rapido verso Padova porterebbe grandi benefici: ridurrebbe il traffico, migliorerebbe l’ambiente e soprattutto aiuterebbe la nostra industria. Una persona potrebbe vivere a Padova e raggiungere comodamente la zona industriale in mezz’ora, aumentando l’attrattività del territorio anche per chi cerca lavoro».
E la SR Monselice-Mare? Ha prospettive di potenziamento?
«Al momento non se ne parla seriamente, l’aggiunta di corsie potrebbe esserci solo se ci fosse prima il casello autostradale di cui parlavamo. Di sicuro servirebbe almeno una manutenzione migliore, ma la strada sta vivendo una fase di passaggio di competenza da Veneto Strade ad Anas e questo sta causando un vuoto di responsabilità: nessuno interviene. Abbiamo fatto pressione come sindaci, ma i risultati ancora non si vedono. Dopodiché speriamo che con Anas si possano sbloccare risorse che a livello locale non ci sono».
Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova