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POZZA: «TASSI ALTI, INFLAZIONE E CRISI DELLA GERMANIA LE CAUSE DEL RALLENTAMENTO, MA LE NOSTRE IMPRESE SAPRANNO REAGIRE»

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Intervista esclusiva di Confapi Padova a Mario Pozza, presidente di Unioncamere del Veneto e Venicepromex, sulla contrazione dell’export nel Nord Est: «Troppe variabili per fare previsioni sui tempi necessari a tornare al segno più, ma la vivacità delle nostre imprese ci consentirà di riprenderci prima di altri».

 

Presidente, l’export nel territorio veneto nel complesso tiene, ma nel secondo trimestre il commercio con l’estero ha registrato una flessione del 2,1% rispetto al primo. Era un calo da mettere in preventivo?

«I segnali c’erano, in parte questo rallentamento era atteso. Lo era perché i numeri da cui partivamo dopo la pandemia erano molto positivi e non potevamo rimanere così performanti per sempre, e perché da diversi mesi stiamo facendo i conti con alcuni fattori che non potevano non influire. Penso all’alto livello dei tassi di interesse da parte della BCE e al conseguente aumento del costo del denaro, che ha tolto risorse a basso costo alle imprese. E penso a come sia diminuito il potere d’acquisto del personale dipendente, dovuto a una discesa più lenta del previsto dell’inflazione, con la conseguenza che si spende meno e i magazzini restano pieni, e questo a lungo andare finisce con l’inchiodare la produzione. Per quanto riguarda più strettamente l’export, poi, non si può non considerare come il nostro mercato di riferimento sia molto “domestico”: la Germania è il primo cliente, seguono Gran Bretagna, Francia e Spagna; le nostre esportazioni sono basate soprattutto sui rapporti con queste quattro nazioni. E se rallenta l’economia della Germania è ovvio che poi le ripercussioni le abbiamo di riflesso anche noi che siamo il suo primo partner nel settore manifatturiero. Peraltro, le ripercussioni non rimarranno confinate nel manifatturiero, ma toccheranno anche il turismo, perché di converso temo che il prossimo anno diminuirà la presenza di turisti tedeschi nel nostro Paese».

Nella sua analisi della situazione congiunturale il presidente di Confapi Padova Carlo Valerio ha toccato molti dei punti considerati anche da lei, paventando un peggioramento del quadro generale nei prossimi mesi. Ha gli stessi sentori?

«In prospettiva futura non possiamo che essere preoccupati, perché gli imprenditori che si rapportano con la Germania confermano che lì non si vende più come prima. Dopodiché teniamo anche conto di come il quadro cambi da settore a settore e consideriamo qual è il particolare tessuto del nostro mondo imprenditoriale e come si differenzi da quello tedesco. La Germania conta su grandi imprese, su una macchina che può viaggiare a ritmi elevati quando le cose vanno bene e subisce un rallentamento più pesante quando vanno male. Da noi invece le imprese sono in media più piccole, ma questo significa anche che sono più vivaci, hanno costi di produzione inferiori e tempi di reazione più rapidi. Questo fa sì che il processo produttivo da noi non venga mai interrotto del tutto. Tutto ciò ci induce a pensare che il quadro congiunturale nei prossimi mesi possa prevedere sì un segno negativo, ma meno marcato rispetto ad altre realtà».

La flessibilità è un vantaggio.

«Il contraccolpo in Veneto sarà meno grave anche perché abbiamo tantissimi distretti, dall’aerospaziale alla concia, dallo sport system all’arredo, dal settore agroalimentare a quello dei divertimenti, dall’automotive alla farmaceutica, fino al turismo, che non sottostà solo alle dinamiche di massa, ma anche a quelle del turismo di “pregio”, contando il Veneto su città d’arte e su diversi siti che sono patrimonio Unesco. E potrei andare avanti, soffermandomi su ogni provincia, ognuna ricca di peculiarità. Lo dico per sottolineare che fortunatamente il Veneto non dipende da uno o due settori, ma da tantissimi, e questo ci rende nel complesso meno vulnerabili».

Ci si può sbilanciare sui tempi che serviranno per tornare più stabilmente in territorio positivo?

«Per alcuni settori è prematuro farlo, per altro no. L’occhialeria è in salute e non a caso i dati della provincia bellunese sono più positivi di altri, lo è l’oro, come si è potuto appurare direttamente anche solo frequentando la Fiera di Vicenza negli scorsi giorni, lo è la farmaceutica. Ma sono troppi i fattori in campo per sbilanciarsi nelle previsioni, a partire da quelli già citati: ovvero da ciò che deciderà di fare la BCE con gli interessi nei prossimi mesi e dalla dinamica dei prezzi, fino a considerare quanto si prolungherà la guerra in Ucraina, che ci auguriamo tutti termini al più presto».

 

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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