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RECOVERY FUND, IL VENETO: «ABBIAMO PRONTO UN PIANO DI 3 MILIARDI PER CONTRASTARE IL DISSESTO IDROGEOLOGICO»

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Intervista all’assessore alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin: «Senza i nostri investimenti i danni del maltempo sarebbero stati molto più gravi»

Tecnicamente si chiama “Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza della Regione del Veneto” e ammonta a 24 miliardi 984 milioni su un totale di 209 miliardi destinati all’Italia dal Recovery Fund. Il dettagliato dossier di 460 pagine è stato inviato a palazzo Chigi nei giorni scorsi. Di queste risorse, circa 3 miliardi saranno destinate al contrasto del dissesto idrogeologico, tema sempre d’attualità ma più che mai in questo momento. Sul tema abbiamo interpellato Gianpaolo Bottacin, Assessore ad Ambiente - Clima - Protezione civile - Dissesto idrogeologico della Regione Veneto.

Assessore, il dossier del Veneto è decisamente interessante per la parte del risanamento idrogeologico, “emergenza” che costa al Mef ogni anno almeno un miliardo di rimborsi per le calamità figlie del global warming. Avete presentato 38 schede molto dettagliate: quanto è fiducioso sulla possibilità che possano arrivare i fondi per i 38 progetti presentati? 

«Noi, come Regione Veneto, ci siamo organizzati considerando che le risorse del Recovery fund possano esserci, nella speranza che il governo nazionale abbia forza e capacità, dopo averci chiesto le priorità, di sostenerle».

Il progetto più ambizioso riguarda il completamento dell’Idrovia Padova-Venezia, che secondo il professor Luigi D’Alpaos deve diventare un canale scolmatore per raccogliere le piene del Bacchiglione, Roncajette, Brenta e Piovego e salvare così la laguna di Venezia dalle ondate eccezionali che arrivano dalla Pedemontana. Il progetto esecutivo costa una decina di milioni e non può essere affidato se manca la certezza della realizzazione.

«L’idrovia è un progetto, sulla cui volontà di procedere non ci sono dubbi da parte della Ragione visto che, dopo aver presentato il progetto preliminare già nel 2016, era ed è nostra intenzione proseguire con la progettazione definitiva ed esecutiva per dare vita a un’opera che ha una doppia funzione: di canale navigabile, ma anche di scolmatore del fiume Brenta. Stiamo peraltro parlando di un’opera del valore intorno ai 600 milioni di euro, un intervento quindi che per la sua imponenza giocoforza deve trovare le coperture a livello nazionale oppure attraverso altri canali di finanziamento ancora superiori, come potrebbe essere il caso del recovery fund europeo. Non è comunque un intervento che possiamo portare avanti da soli e proprio per questo in più occasioni in questi anni abbiamo coinvolto i ministeri interessati per competenza, ovvero l’Ambiente e le Infrastrutture, per sollecitare la strategicità dell’opera e conseguentemente i finanziamenti».

In questi giorni a mezzo stampa abbiamo assistito a una sorta di braccio di ferro tra Regione e Ministero dell’Ambiente sulle risorse assegnate dopo l’alluvione del 2010, col sottosegretario che ha sostenuto che il Veneto spende poco per la salvaguardia del territorio.

«Abbiamo un piano da oltre tre miliardi di euro dedicato al dissesto idrogeologico, di cui un miliardo già investito in questi ultimi anni, senza contare i millecinquecento cantieri per quasi un altro miliardo di euro attivati nel post Vaia. Il maltempo di questi giorni, con precipitazioni maggiori rispetto a quelle del 1966, quando ci furono oltre cento morti in Veneto, e anche a quelle del 2010, in cui si registrarono trentadue rotture arginali con mezzo Veneto allagato, ha dimostrato l'importanza del lavoro fatto dalla Regione nel tempo. Certamente danni e disagi ci sono stati anche adesso, basti contare le numerosissime frane in movimento, ma nemmeno lontanamente paragonabili ai danni di situazioni precedenti. In tal senso possiamo perciò affermare che, senza le opere messe in campo, le problematiche in queste ore sarebbero state immensamente superiori».

CONSULTA IL PIANO REGIONALE PER LA RIPRESA E LA RESILIENZA

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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