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STADIO PLEBISCITO SÌ, NO, FORSE. L’OPINIONE DEI NOSTRI IMPREDITORI

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Basso: «Sarà un impianto a misura di tifoso, come il vecchio Appiani»

Piva: «Ma che ne sarà dell’Euganeo?». Bergamaschi: «E la viabilità all’Arcella?»

 

E’ un argomento di cui si discute da mesi. La giunta di Palazzo Moroni ha da poco approvato il primo dei due stralci (del valore di tre milioni di euro, parcheggi esclusi), riguardante il completo restyling dello stadio Plebiscito con l’obiettivo di trasformarlo già a partire dalla stagione 2017-2018 nella nuova casa del Calcio Padova. Così facendo il club di viale Rocco abbandonerebbe l’Euganeo, mai amato dai tifosi per la presenza della pista d’atletica e per la lontananza degli spalti dal terreno di gioco. Sulla questione abbiano sentito l’opinione di tre imprenditori “sportivi”, Claudio Basso (Due Bi Ascensori srl, grande tifoso biancoscudato), Giancarlo Piva (Micromeccanica srl, dirigente di LeAli Padova, società di volley del campionato nazionale di B/1 femminile) e Mauro Bergamaschi (Baap srl, consigliere della Pallavolo Padova, squadra in Superlega maschile, capofila del movimento della provincia).

Claudio Basso: «Appartengo alla generazioni di tifosi che ha imparato ad amare il Padova vedendolo giocare all’Appiani e posso garantire che per tutti i veri sostenitori biancoscudati il passaggio all’Euganeo è stato traumatico. Non posso che essere favorevolissimo al nuovo Plebiscito: sarà uno stadio per il calcio, quello che l’Euganeo non era. Le riserve legate al traffico? Guardate che quando il Padova giocava all’Appiani e richiamava alle partite 20 mila persone nessuno si è mai lamentato. Peraltro il Plebiscito sorge all’Arcella, il quartiere più popoloso di Padova, con molti tifosi che raggiungeranno l’impianto a piedi. L’Euganeo? Ha costi di gestione altissimi, che pesano sulle casse della società per circa 500 mila euro. Resterà per i grandi eventi: i concerti e le partite internazionali di rugby. Cito l’esempio di Monaco, che ha due stadi, quello olimpico destinato a questo tipo di usi e l’Allianz Arena, un gioiello facilmente raggiungibile. Cosa, per inciso, che non si può dire dell’Euganeo, scollegato dai mezzi pubblici».

Giancarlo Piva: «Mi formo le opinioni leggendo i giornali, ma francamente è difficile capire fino a dove arrivino le prese di posizione politiche e dove invece stia la verità, perché ovviamente gli elementi in ballo sono tanti, a partire dall’importante ammontare degli investimenti per gli interventi necessari al Plebiscito. E il nodo credo sia nel futuro dello Stadio Euganeo nel momento in cui sarà abbandonato. E’ un impianto che sicuramente ha costi di gestione molto alti, ma che rimarrà comunque in piedi. Ma cosa se ne farà? Sarà utilizzato soltanto per qualche concerto? Al momento non è chiaro».

Mauro Bergamaschi: «Mi è capitato di assistere ad alcune partite allo Juventus Stadium e devo dire che effettivamente è emozionante: ti permette di stare quasi a diretto contatto con i giocatori, che sono lì vicinissimi ai tifosi. E’ chiaro che per il calcio il modello è quello e che lo Stadio Euganeo, con la pista di atletica e le curve non finite, presenta condizioni di fruibilità ben diverse. Ma è altrettanto chiaro che spostarsi nel nuovo Plebiscito comporta anche problemi di non poco conto, legati alla viabilità, per quanti interventi si possano fare sulla città. Lo svincolo all’Arcella è altamente trafficato nel corso di tutta la settimana, mi chiedo cosa potrà diventare quando migliaia di persone lasceranno lo Stadio al termine delle partite».

ECCO COME IL SINDACO MASSIMO BITONCI PRESENTA IL PROGETTO PLEBISCITO

Nella foto (tratta da www.padovacalcio.it) il rendering del “nuovo” Plebiscito

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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