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TASI, PERICOLO AUMENTI BOOM: «AI CANDIDATI SINDACO CHIEDIAMO IMPEGNI PRECISI»

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Carlo Valerio (Sistema Casa Confapi) lancia l’appello: «A Casale di Scodosia tanti fabbricati scoperchiati per dimezzare l’Imu. Prima che si arrivi a questo punto anche nel resto del territorio chiediamo di ridurre le tasse locali: gli aumenti previsti metterebbero molte aziende fuori dal mercato».


Le immagini dei capannoni di Casale di Scodosia – cuore non più pulsante del distretto del legno della Sculdascia – scoperchiati per dimezzare l’imposta municipale unica hanno colpito tutti. E il rischio, concreto, è che l’esempio degli imprenditori del posto sia presto emulato da altri. Anche perché le prime stime ipotizzano che il prelievo fiscale sugli immobili strumentali potrebbe subire quest’anno un ulteriore aggravio, arrivando a 400 euro in più da versare per i capannoni: non è da escludere, infatti, che molte amministrazioni comunali, per far fronte alle loro difficoltà finanziarie, applicheranno un’aliquota Tasi sugli immobili strumentali ben superiore a quella base. Da qui parte l’invito di Confapi Padova ai candidati sindaco della provincia: fate il possibile per ridurre le tasse locali di vostra competenza.

«Quelle che ci arrivano dalla Sculdascia sono immagini drammatiche. Parliamo di capannoni che non producono più ricchezza e non possono ambire al mercato immobiliare, eppure sono tassati come fossero aziende in piena attività: da qui la scelta degli imprenditori di abbattere le coperture. Ma eliminare il tetto di una fabbrica non vuol soltanto dire ridurre una tassa, significa anche rinunciare per sempre a un bene che diventa inutilizzabile» sottolinea Carlo Valerio, responsabile di Sistema Casa Confapi oltre che titolare dell’azienda JVP sas. «Per questo vogliamo rivolgere un appello ai candidati sindaco della provincia: valutate quanti sono i capannoni non affittati e non operativi e da quanto tempo sono in questa situazione, e riducete le tasse locali prima che i proprietari debbano abbatterli. Al momento la soluzione più semplice può essere quella transitoria: se i capannoni sono sfitti o non utilizzati fate in modo che sia sospeso il pagamento, poi, quando l’imprenditore andrà a vendere l’area, pagherà le tasse pregresse».

La riflessione di Valerio allarga poi l’orizzonte sulla questione della riqualificazione di queste aree. «Consideriamo anche un altro aspetto: nei piani regolatori delle aree industriali e artigianali del territorio erano previsti interventi che dopo 15 anni ancora non sono stati eseguiti. Per un’operazione seria di recupero edilizio si dovrebbe cominciare col chiedere ai vari proprietari: siete ancora interessati a costruire un immobile strumentale nell’area? E’ chiaro che stiamo parlando dei primi passi da compiere, ma altrettanto evidente che le aree industriali del territorio spesso non rispondono più alle esigenze per cui erano state pensate a loro tempo. Il problema del loro recupero e della loro riconversione è ineludibile. Ed è per questo che chiediamo ai candidati sindaco di affrontare la questione nel mondo più chiaro possibile, prendendo impegni precisi nei confronti dei concittadini elettori».


Nella foto (fonte: mattinopadova.it) un capannone scoperchiato a Casale di Scodosia

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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