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UNA “LETTERINA” DALL’UE CHE RISCHIA DI COSTARE CARO A 44 MILA IMPRESE PADOVANE E A 220 MILA IMPRESE VENETE

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CONFAPI: «PROSPETTIVE NEFASTE PER LE AZIENDE CHE RICORRONO AL CREDITO»

Fabbrica Padova ha provato a fare chiarezza dopo la bocciatura del bilancio italiano: i 3,5 miliardi sottratti al budget nazionale sarebbero un problema secondario rispetto alle nuove strette creditizie, tanto più se si considera che nell’ultimo anno i prestiti alle piccole imprese sono già stati ridotti del 4,5%. Il presidente di Confapi Carlo Valerio: «Il Governo, che sulla carta vuole difendere i più deboli, in realtà sta ulteriormente indebolendo proprio le fasce sociali più in difficoltà».

La domanda può apparire provocatoria: pesa di più una multa da Bruxelles da 3,5 miliardi o il 34% di voti ottenuti alle elezioni Europee? La risposta tocca alla Lega di Matteo Salvini, di fronte a una Commissione Europea intenzionata a far valere le proprie ragioni sul debito eccessivo contratto dall’Italia. E, a quanto risulta, propensa ad una procedura d’infrazione del valore, appunto, di 3,5 miliardi verso l’Italia. Ma quali potrebbero essere le conseguenze per le aziende?   Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, ha provato a fare chiarezza. Le più colpite saranno le aziende che ricorrono al credito, oggi stimabili in circa 44 mila nel territorio padovano e in 220 mila in quello veneto. Le maggiori incognite riguardano soprattutto loro, e in particolare le aziende di piccole e medie dimensioni, che sono da tempo alle prese col perdurare di una situazione complicata. Stando ai dati di Bankitalia, l’andamento dei prestiti per classi dimensionali di impresa anche tra il 2017 e il 2018 ha continuato a essere in flessione per le imprese con meno di 20 addetti (-4,5% nel territorio padovano, -2,7% in quelo veneto). Nel complesso, in questo arco temporale, gli impieghi totali si sono ridotti di 1,5 miliardi nel territorio padovano (da 26,2 miliardi a 24,7) e di 6,7 miliardi in quello veneto (da 148,4 a 141,7). 

Le eventuali sanzioni all’Italia da parte della Commissione Ue costituirebbero un problema, anzitutto perché sottrarrebbero circa 3,5 miliardi al budget di spesa dello Stato. Ma il conto più salato sarebbe quello indotto dall’inevitabile, ulteriore aumento dello spread. La multa arriverebbe infatti alla fine di un articolato processo fatto di raccomandazioni continue da parte della Commissione Ue e di continui dinieghi a ipotesi di compromesso da parte del governo italiano. Le sanzioni avrebbero così l’effetto di accentuare al massimo la tensione sui titoli di Stato, innescando una dannosissima stretta. La vendita di titoli di Stato spingerebbe di nuovo in su lo spread (perché, in Borsa, ordini di vendita massicci fanno paventare gravi perdite all’orizzonte e vengono considerati alla stregua di un aumento del rischio) che con tutta probabilità potrebbe sforare la soglia, oggi considerata limite, di 400 punti base. Gli effetti principali sarebbero due: da una parte il bilancio dello Stato verrebbe gravato di nuove enormi spese per interessi, dall’altra la perdita di valore dei titoli pubblici determinerebbe anche una diminuzione dei patrimoni delle banche che hanno titoli in portafoglio e che sarebbero così costrette a sottrarre risorse all’erogazione di credito per destinarle a copertura di tali diminuzioni patrimoniali.

«I numeri lasciano poco spazio a dubbi, e per evitare provvedimenti il governo dovrà dare forti rassicurazioni sulla prossima legge di bilancio. Dovrà quindi recuperare almeno una parte dei circa 30 miliardi previsti nel Documento di economia e finanza per il 2020 con un ulteriore inasprimento della pressione fiscale. Se non lo farà, l’apertura della procedura sarà immediata. Ma anche se non fosse così, la reazione dei mercati finanziari non si farebbe attendere, come mostrano già le tensioni recenti sui titoli di Stato», afferma il presidente di Confapi Padova Carlo Valerio. «Ancora non sappiamo quali ripercussioni politiche avranno i risultati delle recenti elezioni europee sul governo Conte, ma, in ogni caso, se questo o un altro governo proseguisse per la strada seguita sin qui, il rischio sarebbe quello di una spirale di crescita del rapporto debito/Pil, di un ulteriore inasprimento dello spread e di contrazioni ulteriore del credito, con prospettive nefaste per tutti. E questo rischia di accadere perché la politica economica del governo sino a oggi non ha incontrato assolutamente le esigenze del settore produttivo. Stiamo parlando di provvedimenti come il Reddito di cittadinanza e Quota 100 mirati essenzialmente a mantenere degli equilibri politici e a tentare di rispettare le promesse fatte in campagna elettorale. Promesse che, l’abbiamo ribadito più volte, erano assolutamente esagerate e irrealizzabili. Non sappiamo ancora se la linea cambierà ma certo è che questo Governo, che sulla carta vuole difendere i più deboli, in realtà ha sin qui indebolito proprio le fasce sociali più in difficoltà, perché con l’aumento dello spread cresce il costo del denaro e ne diminuisce la disponibilità. Il cambio di passo non è solo urgente, ma necessario. Ne va del bene dell’Italia».

I media hanno dato ampio risalto allo studio di Fabbrica Padova:

CREDITO, NUOVA STRETTA: 1,5 MILIARDI IN MENO ALLE PICCOLE IMPRESE - IL MATTINO DI PADOVA, 1 GIUGNO 2019

UE, CONFAPI PADOVA UNA "LETTERINA" CHE RISCHIA DI COSTARE CARO ALLE IMPRESE VENETE - LIBERO QUOTIDIANO, 30 MAGGIO 2019

"LETTERINA" UE COSTERA' CARA A IMPRESE - ADNKRONOS, 30 MAGGIO 2019

LITE GOVERNO-UE, PERDONO LE IMPRESE -LA VOCE DI ROVIGO, 30 MAGGIO 2019

UE, CONFAPI PADOVA UNA "LETTERINA" CHE RISCHIA DI COSTARE CARO ALLE IMPRESE VENETE - PADOVA NEWS, 30 MAGGIO 2019

"MAXI MULTA E SPREAD: LETTERINA UE PUO' COSTARE CARO A IMPRESE VENETE" - VVOX, 30 MAGGIO 2019

UE, CONFAPI PADOVA UNA "LETTERINA" CHE RISCHIA DI COSTARE CARO ALLE IMPRESE VENETE - LA SICILIA, 30 MAGGIO 2019

LETTERA UE COSTERA' CARA A IMPRESE VENETE - RADIO VERONICA ONE, 30 MAGGIO 2019

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

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