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CARO PREZZI, COLPITI I BENI RIFUGIO: SUL GAZZETTINO L'ANALISI DEL PRESIDENTE VALERIO

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Ampio risalto all'analisi del presidente di Confapi Padova Carlo Valerio nella pagina che il Gazzettino ha dedicato al tema "caro prezzi", a firma del giornalista Marco Miazzo. Eccone uno stralcio significativo.


Sarà l'inflazione, sarà il caro-prezzi oppure gli effetti a lungo termine della pandemia, ma il risultato è lo stesso: l'incertezza verso il futuro spinge i padovani a rimandare gli acquisti più costosi, i cosiddetti "beni durevoli". Il 2022, l'anno che avrebbe dovuto segnare la ripresa dei consumi, ha visto invece una contrazione netta degli acquisti di automobili, elettrodomestici e telefonia. A fotografare gli acquisti dei veneti il report annuale di Findomestic dedicato ai beni durevoli: pur restando la terza regione in Italia per mole di acquisti, i beni durevoli scendono del 4,2% rispetto al 2021, flessione peggiore se si guarda il resto del Nord Est ( -3,4%) e d'Italia (-2,7%). Anche a Padova la musica è la stessa: 1 miliardo e 233 milioni di euro spesi in beni durevoli nel 2022, rendono la città del Santo la seconda città veneta per la spesa in questo mercato nonostante una flessione del 4%. Per quanto riguarda il settore auto i padovani rispetto al 2021 hanno speso 289 milioni di euro per le auto nuove, (- 13%), mentre l'usato ha visto una spesa complessiva di 325 milioni (-4,2%). Dati importanti invece per il settore del mobile padovano, il mercato più vivace in regione: +7,9% a 300 milioni di euro, primato sia per crescita che per spesa e tra i migliori dieci d'Italia. I consumi calano, eppure i redditi sono in crescita: Findomestic afferma che il reddito medio in Veneto è aumentato a 23.166 euro (+7,2%) e anche i redditi padovani sono aumentati del 7,5%.
CONFAPI
Ma allora perché calano gli acquisti? «Per paura». A rispondere è Carlo Valerio, presidente Confapi Padova che continua: «La scelta sembra essere quella del risparmio in attesa di tempi migliori, ma questi dati hanno una genesi precisa e non si limitano alle scelte dei consumatori finali». Secondo il presidente delle piccole e medie imprese padovane per capire le tendenze economiche in atto bisogna analizzare l'intera filiera produttiva.
«Sono aumentate le materie prime e l'energia continua il presidente - Le piccole imprese non hanno assorbito subito questi aumenti perché non hanno avuto la possibilità di controllare i prezzi, scaricando gli aumenti sui clienti con cui avevano già sottoscritto i contratti. Hanno dovuto quindi continuare a produrre in perdita, ma poi con il rinnovo dei contratti i costi sono andati spostandosi a cascata fino ai clienti finali». A dominare è l'immobilismo: tutti aspettano che i prezzi scendano, quando proprio questa attesa li mantiene alti, cercare un colpevole quindi non serve. «Non è colpa delle imprese se i prezzi sono aumentati - aggiunge Carlo Valerio-. Nella filiera noto paura che i costi di produzioni tornino a salire, vista l'incertezza che imperversa nel mondo. Questo meccanismo fa infine i conti con i clienti che non hanno i soldi per comprare un elettrodomestico prodotto con materiali aumentati del 200%».


Leggi l'intero articolo:
I CONSUMI A RILENTO, PIU' MOBILI CHE AUTO - IL GAZZETTINO DI PADOVA, 14 AGOSTO 2023

Diego Zilio
Ufficio Stampa Confapi Padova
stampa@confapi.padova.it

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