Diventa Socio
Iscriviti alla Newsletter
Iscriviti alla Newsletter
Ritorna a Confapi Padova

«GLI IMPRENDITORI CINESI? BASTA DEMONIZZARLI: IL SENSO CIVICO CHE HANNO MOSTRATO PER AFFRONTARE LA PANDEMIA CI HA COLPITO»

b122d47d-8ee4-491b-a303-f25be846c5e3.jpg

Allegra Marchiorello guida Finleb, la società che gestisce il Centro Ingrosso Cina ma è anche la creatrice di Once Milano, marchio di prestigio nell’arredamento della casa

Doveva essere un polo di concessionarie d’auto in stile Usa. Poi la crisi del 2008 ha stravolto i piani ed è nato il CIC, osteggiato da molti ma poi diventato un punto di riferimento a livello nazionale per ogni struttura del genere. Assieme alla cugina Orsola Baggio, Allegra Marchiorello racconta la struttura di Corso Stati Uniti e la sua esperienza di donna e imprenditrice. «La rapidità con cui questo popolo è in grado di reinventarsi è unica. Quello che per noi è un processo spesso difficile e sofferto, per loro è normale amministrazione».

Ci racconta come nasce il Centro Ingrosso Cina?

«Il CIC nasce per caso e per fortuna, in un momento di crisi molto pesante che colpisce la Finleb agli inizi della propria attività immobiliare. Nel 2006 infatti, inauguriamo i primi capannoni ospitando varie aziende che operano nel settore industriale e del commercio di autoveicoli, nonché nel settore della ristorazione. L’idea è quella di creare un polo di concessionarie simile a quelli che si trovano in America, con il completamento dei lavori nel 2008, che raddoppiano la metratura disponibile. Ma lo scenario è stravolto nel giro di pochissimo e le concessionarie, assieme a molte aziende italiane in difficoltà, si vedono costrette a lasciare gli spazi. A questo punto si presenta un giovane cinese, già in affitto da noi con uno spazio modesto, con l’ambizioso progetto di creare un centro ingrosso cinese dalle dimensioni davvero importanti. E ci chiede di dargli fiducia. Ecco che nasce il Centro Ingrosso Cina. E io credo di aver imparato una cosa in questi anni a stretto contatto con la cultura cinese…».

Quale?

«La rapidità con cui questo popolo è in grado di reinventarsi è unica. Quello che per noi è un processo spesso difficile e sofferto, per loro è normale amministrazione… è affascinante».

Il Centro Ingrosso Cina lo scorso 27 febbraio ha deciso di autoregolamentarsi, sospendendo le attività ben prima che il Dpcm dell’11 marzo imponesse il lockdown generale. Come è maturata questa decisione?

«Il filo diretto tra i commercianti cinesi, radicati in Italia, con il loro paese natale li ha portati a essere molto più consapevoli e informati sul virus. Già ad inizio gennaio infatti erano più preoccupati e spaventati di quanto lo fossimo noi italiani. Questo scambio di informazioni e costante aggiornamento con la Cina li ha portati ad essere lungimiranti e molto attenti nella gestione e organizzazione lavorativa del Centro Ingrosso. Verso metà febbraio, in occasione del rientro dai festeggiamenti del Capodanno cinese, gli inquilini del Centro hanno adottato misure precauzionali autogestite, stilando un elenco di chi rientrava dalla Cina e imponendo a ognuno una quarantena prima di entrare in contatto con chi non avesse viaggiato. Una decisione che ci ha stupite positivamente perché ci fa capire come il popolo cinese sia prudente, sempre più propenso al senso civico e senta l’esigenza di avere condizioni lavorative che rispecchino quelle del sistema occidentale.

La ristorazione è stata la prima attività che hanno deciso di mettere in sicurezza con la chiusura anticipata:  vista la tipologia di servizio era la più pericolosa in tema di contagi. La chiusura del resto del centro è arrivata il 27 febbraio, dieci giorni in anticipo rispetto al decreto ministeriale, e questo ha permesso di tutelare in toto il Centro Ingrosso. Scelta agevolata anche dal supporto di Finleb, che si è dimostrata fin da subito disponibile nell’alleggerire il danno della chiusura ai propri affittuari».

Oggi l’attività della struttura è ripartita a pieno regime?

«La riattivazione del Centro, seguendo le nuove normative governative, è iniziata una decina di giorni prima dell’apertura al commercio, e ha visto un’intensa e attenta sanificazione degli ambienti e l’obbligo della misurazione della temperatura all’ingresso dei cancelli del centro.

La ripresa post lockdown è stata graduale fino a intensificarsi nel periodo estivo, che ha visto un incremento nella domanda per i prodotti venduti all’interno del CIC».

In questi anni avete fatto cambiare volto al Centro Ingrosso Cina sia sul piano organizzativo che di controllo, dimostrando che l’integrazione è un modello di sviluppo da seguire e un’opportunità per il territorio, tanto da essere pubblicamente lodati dal presidente Zaia. Quali altri passi potete ancora compiere?

«Gli enormi sforzi del passato sia a livello organizzativo che di controllo, ci hanno permesso di far diventare il CIC un polo rilevante per tutto il nord Italia e non solo. Nel 2011 un importante intervento di riqualificazione ci ha permesso di gettare le basi per un sistema lavorativo più efficiente nel rispetto delle norme. Alcuni esempi sono l’introduzione di una guardiania privata per il controllo di merci e corridoi, per il controllo del carico scarico e della buona viabilità; l’obbligo del corso di sicurezza in capo a ciascun operatore del Centro e la realizzazione di apposita cartellonistica per identificare ogni box per ragione sociale. Non da ultimo, è stato ampliato il sistema di sicurezza che vede un impianto attivo con oltre 40 telecamere e monitora il centro anche nel periodo di chiusura notturna. Da gennaio 2019, in collaborazione con ACEGASAPS, è diventato operativo l’ecocentro, un grande traguardo che ci è stato riconosciuto anche dal Comune di Padova, che ha organizzato un’uscita ufficiale dell’Assessore dell’ambiente. Quest’ultimo ha voluto complimentarsi personalmente per il buon esito della raccolta differenziata, in un contesto spesso criticato quale il nostro. Siamo consapevoli che il percorso per il raggiungimento del modello perfetto sia ancora lungo. L’obiettivo infatti è di guardare al futuro, andando ad alimentare continuamente questa forte spinta al miglioramento, che vede coinvolti gli imprenditori cinesi e l’ecosistema lavorativo italiano».

Lei e sua cugina Orsola avete ereditato lo spirito imprenditoriale dei vostri nonni, lei nel mondo dell’arredamento, Orsola nel mondo della salute femminile e dell’infanzia attraverso piattaforme digitali. Vuole raccontarci i due progetti laterali a Finleb?

Nel 2013, assieme ad una cara amica dell’università di base a Londra, ho creato Once Milano (www.oncemilano.com), un’azienda che opera nel modo del tessile per la casa. L’idea era di attingere alla preziosissima tradizione artigianale veneta, per creare prodotti unici nelle finiture e nei colori, tramite una rivisitazione in chiave moderna di un tessuto antichissimo che amo, il lino.

In un mondo accelerato, dove la qualità viene spesso sacrificata, la scelta è stata quella di rallentare per riuscire a proporre un prodotto ben finito, duraturo e personalizzabile. Il tutto per il tramite del canale digitale. Once Milano nasce infatti come e-commerce, nonostante sia presente anche in realtà importanti come La Rinascente a Milano e Torino ed in negozi selezionati nel resto del mondo tra cui Liberty of London, Fortun&Mason e Garde a Los Angeles. La scelta di partire come e-commerce è stata imposta dall’esigenza di avere il mondo intero come vetrina, dal momento che il prodotto, completamente Made in Italy, avrebbe avuto un price point abbastanza alto. E dopo tanta fatica iniziale per farsi conoscere senza avere una presenza fisica stiamo, ormai da qualche anno, raccogliendo i frutti. In particolare, ci siamo trovate (siamo tutte donne!) durante il lockdown, di fronte ad un’impennata delle vendite online per una serie di coincidenze: l’e-commerce era ben rodato, lo stock pronto, i prodotti principalmente per la casa dove molti erano impegnati, con tempo a disposizione, a sistemare e migliorarne i dettagli…nella difficoltà che pur ci ha toccato in modo importante (retail e interior design hanno sospeso tutti gli ordini) l’e-commerce ci ha permesso di galleggiare sereni… una grande fortuna!».

E Orsola?

«Orsola ha creato GoMamiGo, una piattaforma digitale che vede protagonisti specialisti del mondo della salute femminile e dell’infanzia. L’obiettivo è di creare una rete di medici che possano, tramite la piattaforma, informare e supportare le donne di tutta Italia. Un filo diretto tra l’utente e tutte le specialiste della salute femminile e dell’infanzia. Gli esperti entro le 24 ore rispondono ai dubbi o approfondimenti richiesti dagli utenti. In un unico luogo si trovano tutti i professionisti della salute femminile e dell’infanzia, selezionati in modo accurato. Un’attenta selezione di tematiche specifiche trattate in modo semplice, ma esaustivo con la possibilità di approfondire direttamente con l’esperto. È un canale di pura informazione, informazioni chiare in pillole, velocissimo il tempo di fruizione. Il motto della pagina è: “Una Donna Informata è Una Donna più Forte”, perché solo con le informazioni diventiamo donne consapevoli, ed è proprio la consapevolezza a renderci più forti. Forza intesa come sicurezza nelle nostre capacità di agire e quindi di educare noi stesse ed i nostri figli. È questa forza che permette a noi Donne di decidere ogni giorno della nostra vita. Decidere di essere informate, autorevoli e quindi più forti!».

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

Condividi su
Stampa Stampa «GLI IMPRENDITORI CINESI? BASTA DEMONIZZARLI: IL SENSO CIVICO CHE HANNO MOSTRATO PER AFFRONTARE LA PANDEMIA CI HA COLPITO»
TAGS
PmiConfapi

RESTA AGGIORNATO,

Iscriviti alla newsletter