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SPAGNA: «IL PNRR? IL NOSTRO COMPITO È CREARE SINERGIE FRA CHI HA IDEE E CHI HA RISORSE DA INVESTIRE»

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Il presidente di veneto Sviluppo Fabrizio Spagna a Radio Confapi: «Già 19 i progetti presentati, ma ne stiamo studiando altri».

 

In occasione della settimana dedicata al Veneto, Radio Confapi ha chiamato ai propri microfoni Fabrizio Spagna, presidente Veneto Sviluppo, la finanziaria della Regione che da più di quarant’anni è vicina alle aziende del territorio con l’obiettivo di supportarne concretamente lo sviluppo e la crescita, mettendo a loro disposizione un articolato set di strumenti creditizi e finanziari agevolati e innovativi. Con l’occasione lo abbiamo intervistato, soffermandoci sui 19 progetti già presentati dal Comitato Tecnico Scientifico al lavoro per rilanciare il Veneto attraverso i fondi del PNRR.

Presidente, che momento sta attraversando il tessuto produttivo del territorio?

«La situazione è complessa. In alcuni ambiti stiamo assistendo a una forte ripresa, specie per chi opera all’estero e ha potuto beneficiare del rimbalzo post pandemia. Ci sono però settori che soffrono, anche perché, come sapete, il tessuto produttivo veneto è composto prevalentemente da piccole e piccolissime imprese: sono subfornitori che lavorano per aziende più grandi e quindi dipendono più strettamente dal ciclo mondiale, perciò hanno patito le incertezze portate dalla guerra. Dal canto nostro cerchiamo di agevolarle attraverso fondi di rotazione, emettendo controgaranzie e proponendo misure quanto più specifiche a vantaggio delle piccole imprese. Caso unico in Italia, siamo una finanziaria regionale orientata al mercato, con nostri fondi di investimento private equity e private debt, costituiti assieme alle imprese del territorio: con queste formule muoviamo circa 130 milioni di euro, aiutando sì le imprese più grandi ma, a cascata, anche le più piccole».

Quali sono gli strumenti messi in campo da Veneto Sviluppo in questo momento?

«Stiamo cercando di privilegiare soprattutto l’accesso al credito, mettendo a disposizione delle imprese le garanzie che possano farle accedere alle banche e far girare l’economia contando su un effetto leva. Negli ultimi due anni siamo stati poi molto attenti al supporto dell’innovazione, anche con contributi a fondo perduto. Abbiamo inoltre cercato di favorire il microcredito facendolo transitare non dalle banche ma dai confidi, consentendo di erogare piccole cifre, con un successo superiore alle attese».

Nel 2021 Veneto Sviluppo si è anche occupata di strutturare il Comitato Tecnico Strategico per indirizzare le scelte della Regione e intercettare i fondi del PNRR. A che punto sono i lavori?

«Il CTS ha iniziato a lavorare prima che si cominciasse a parlare di PNRR, partendo dal presupposto che i modelli di sviluppo veneti andavano svecchiati. Abbiamo preso le migliori menti delle nostre università mettendole attorno a un tavolo e chiamandole e individuare le traiettorie da seguire in alcuni ambiti strategici, dalle bioenergie all’intelligenza artificiale, dalla fisica quantistica alla mobilità sostenibile. Abbiamo poi cercato di coinvolgere le aziende del territorio per dar vita ai progetti: 19 quelli presentati, ma stiamo continuando a lavorare e ne abbiamo allo studio altri. L’obiettivo è trovarsi pronti per quando i fondi saranno messi a disposizione, puntano a disegnare nuove linee di sviluppo».

Che idea si è fatto del sentiment delle imprese del territorio verso il PNRR?

«È un po’ un Giano bifronte, se mi concedete l’immagine. Le aspettative sono altissime, ma sono anche fuorvianti perché è passata l’idea che fosse un fiume di denaro a pioggia per tutti. Non è così e per una piccola impresa non è semplice entrare nei progetti. A mio avviso, il tema è cercare di creare una sinergia tra chi ha le idee, come chi lavora nelle università, e chi ha risorse da investire, expertise e tecnologie per farlo. Ecco perché abbiamo cercato di coinvolgere anche alcune startup assieme ad aziende più strutturate. La sfida è questa».

A proposito di sfide, quali le prossime all’orizzonte per Veneto Sviluppo?

«Sono moltissime. È chiaro che occorre saper interpretare i cambiamenti del mercato e degli stessi strumenti. Per capirci: dieci o quindici anni fa, con i tassi molto alti, i finanziamenti agevolati erano un sistema per non pagare, appunto, tassi troppo alti. Capite bene che con i tassi bassi la situazione è molto diversa, tant’è che spesso, oggi, i finanziamenti agevolati sono uno strumento per accompagnare le imprese sul piano dei capitali di rischi, capitali di rischi che, in una logica di mercato, servono a farle crescere. Un cambio radicale nell’approccio che si è reso necessario per fare i conti con la realtà. Il nostro ruolo è quello di chi vuole guardare lontano e anticipare le esigenze del mercato. Se volete saperlo, oggi ciò che mi preoccupa di più è riuscire a tenere le nostre stesse imprese nel nostro territorio, presidiandolo, quando invece rischiamo di essere terra di conquista per le multinazionali straniere».

Che apporto può dare un’associazione di categoria come Confapi in questo quadro?

«Il tema dei soggetti intermedi è stato spesso sottovalutato e invece ritengo abbiamo un peso importante nel dare voce agli interessi di tante realtà che, da sole, non riuscirebbero a farsi sentire. Confapi e le associazioni di categoria sono chiamate a ascoltarle e a portare i loro bisogni prevalenti ai decisori politici».

SCARICA LA TABELLA CHE PRESENTA NEL DETTAGLIO

I 19 PROGETTI PRESENTATI DAL CTS DI VENETO SVILUPPO

 

Ascolta l'intervista di Alessandro Danese al presidente Spagna: INTERVISTA A FABRIZIO SPAGNA - NOTIZIE DAL TERRITORIO, RADIO CONFAPI, 4 LUGLIO 2022

 

Diego Zilio

Ufficio Stampa Confapi Padova

stampa@confapi.padova.it

 

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